Ogni grande festa si chiude in bellezza con i fuochi d’artificio, emozione per lo spettacolo che illumina e risveglia la notte.
Ci troviamo a Taranto a metà settembre del 1898. Non un momento qualsiasi per la città dei due mari. Erano giorni di festa per il varo della nave “Puglia” e per l’arrivo della nave reale “Savoia“, il primo panfilo reale italiano. Era previsto l’arrivo di un vasto pubblico da tutto il circondario, e per l’occasione vennero predisposti anche treni speciali da Bari.
Nel libro di Antonio Cimmino si parla del 22 settembre come data dell’incidente pirotecnico, ma in realtà tale data era solo il primo giorno dei festeggiamenti. La tragedia avvenne il giorno seguente, il 23 settembre, come riportato dal Corriere delle Puglie.
Il Corriere delle Puglia, sebbene dedicando solo un trafiletto accenna all’incidente. Un fatto gravissimo, vero, ma cosa c’entra con Santeramo?
C’entra perchè vi furono vittime santermane. I dettagli della vicenda li veniamo a conoscere dalle pagine de Il Faro, periodico della provincia di Lecce.
Le persone coinvolte lavoravano lì come pirotecnici, e fra essi vi fu un santermano, Sebastiano Caprio.
L’articolo probabilmente contiene alcune inesattezze. A Santeramo in effetti a fine ottocento vivevano Stefano Caprio, di professione fuochista, con sua moglie Filomena. A Santeramo nacquero i loro figli, tra cui Saverio Caprio, anch’egli coinvolto nell’incidente e di cui ho trovato l’atto di nascita.
Invece di Sebastiano non sono riuscito a trovare l’atto di nascita, ed inoltre l’età riportata di 40 anni sembra eccessiva essendo il padre Stafano Caprio nato intorno al 1841, probabilmente non a Santeramo dato che non ho trovato sue tracce in quegli anni. In base all’articolo sarebbe dovuto diventar padre a soli 18 anni, ben prima della nascita degli altri figli.
Su tutti gli atti di nascita dei figli di Stefano Caprio, e anche sull’atto di matrimonio di una figlia, il nome della moglie di Stefano risulta essere Filomena Ferrulli, cognome Santermano. Invece a margine dell’atto di nascita di Saverio Caprio vi è una rettifica datata 23 ottobre 1901 che in base ad una sentenza del Tribunale di Bari va a correggere il cognome della moglie, in Filomena Ferrotta, un raro cognome presente a Napoli a fine ottocento. Ho provato anche a cercare su Santeramo il loro matrimonio, ma tra il 1858 e il 1876 non ve n’è traccia, per cui potrebbe essere avvenuto altrove.
Altro santermano citato è il trentenne Domenico Saceni, figlio di ignoti, caduto in mare e disperso, probabilmente annegato. Essendo quindi un orfano abbandonato alla nascita il cognome Saceni potrebbe essere stato inventato per lui. Anche l’assonanza con il più comune cognome Sacino fa pensare più che altro ad un altro errore dell’articolo originale. Comunque tra il 1866 e il 1868 non ho trovato individui negli atti di nascita riconducibili a lui.
Rimase illeso il trentenne Nicola Di Nardo, figlio di Pietro Di Nardo. Tale cognome era presente a Santeramo in quegli anni, probabilmente discendenti dei Di Nardo già presenti a Santeramo nel settecento.
Fonti consultate
Il Faro, fasc. 14, Tip. Latronica, Taranto 27-28 settembre 1898, p. 3
Il Cantiere Navale di Castellammare di Stabia e le sue Navi – Vol. II, Antonio Cimmino, 2018, p. 126-127
Corriere delle Puglie, 21/09/1898, p. 2
Corriere delle Puglie, 25/09/1898, p. 2