L’omicidio di Giovanni Massaro nel 1885

Era inverno, faceva freddo, nel pieno dei “giorni della merla” come li chiamiamo oggi. Era sabato 31 gennaio 1885, si fece presto buio nelle campagne intorno Santeramo e iniziò una lunga notte. La domenica imminente non sarebbe stata un giorno di festa. Pietro Colonna, un comune contadino, già immaginava che quella sarebbe stata una notte in cui non chiudere occhio. E non era solo. Probabilmente erano in due.
Dall’altra parte c’era Giovanni Massaro, di appena vent’anni. Quest’ultimo non avrebbe visto sorgere il sole.

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CI È DA IMPENSIERIRSI

Leggiamo nell’egregia consorella La Settimana di Bari:

Una condanna di morte – Una sentenza che ha prodotto triste impressione è stata emanata dal nostro Circolo Straordinario di Assise.
Certi Pietro Colonna e Graziantonio Rinaldi, contadini da Santeramo, erano accusati di assassinio con premeditazione, in persona di Giovanni Massaro, reato avvenuto la notte del 31 gennaio 1885 nelle campagne di Santeramo.
La parte civile era affidata all’on. Balenzano: e la difesa del Colonna all’avv. Squicciarini, pel Rinaldi all’avv. Bona. I giurati ritennero il Colonna colpevole di complicità necessaria nell’assassinio, negandogli il beneficio delle attenuanti. Per Rinaldi emisero verdetto negativo, in seguito al ritiro dell’accusa da parte del P.M.
La Corte nell’applicazione della pena, condannò il Colonna alla pena di morte, assolse l’altro.
L’autore principale del misfatto ancora non si è riuscito a scovrirlo.

Ora non vogliamo fare poche osservazioni, tanto per rilevare un fatto, che deve rattristare chi sente amore sincero per la civiltà.
Vedete: tanti anni fa, per i reati di sangue le condanne di morte non erano così frequenti come ora. Raramente nelle nostre Puglie venivano emesse condanne di morte; e quando ciò avveniva un sentimento di orrore invadeva ogni classe di persone. Ora anche nelle Puglie, ove gli abitanti hanno un carattere mite e gentile, si sentono spesso queste condanne che commuovono. E quasi, ogni classe di persone, generalmente parlando, accoglie freddamente, con cinica indifferenza, una tale notizia.
Abbiamo dunque un aumento in quei reati, che si compiono con premeditazione e sanguinariamente. Questo vuol dire che in generale la pubblica istruzione ha dato pochi frutti; vuol dire che anche nelle Puglie si avverte uno spostamento morale, ed un disordine tra il volere ed il potere; vuol dire che anche da noi comincia a far capolino un tal quale cinismo, che non fa sentire il rimorso del male operato. Sì, questi assassini premeditati si ripetono, oggi, spesso, in confronto di prima, nelle nostre Puglie. Lo abbiamo voluto constatare, sebbene con immenso dolore. Ma l’abbiamo constatato, bisogna dirlo, con l’intendimento e con la speranza di vedere arrestato un male, per non perdere quella fama di popolazioni miti e tranquille.
E intanto facciamo voti che le classi dirigenti vogliono, con insegnamenti pratici, mettere sulla buona via le plebi che ancora ignorano i più solenni doveri della vita.

tratto e adattato da Gazzetta delle Puglie, 18/12/1886, p. 1

Atto di morte di Giovanni Massaro

La Gazzetta delle Puglie trascrive per intero il trafiletto apparso su La Settimana di Bari e aggiunge un proprio editoriale in prima pagina. E’ interessante vedere come oltre un secolo fa, contrariamente a quel che possiamo immaginare, era percepita con riluttanza l’idea della pena capitale, almeno da una parte della gente.
La Corte d’Assise condannò a morte Pietro Colonna facendo intendere che il principale artefice dell’omicidio era un altro. Graziantonio Rinaldi venne prosciolto. Al momento non ho trovato altri documenti, ma è molto probabile che negli anni seguenti vi fu un ricorso da parte di Pietro Colonna per aver salva la vita.

Giovanni Massaro era un mio lontanissimo cugino, perlomeno cugino di ottavo grado. Nacque il 21 ottobre 1864 in una famiglia di piccoli proprietari terrieri, figlio di Francesco Massaro e Angela Giandomenico

Fonti consultate

Gazzetta delle Puglie, 18/12/1886, p. 1

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