I delitti di Pasquale Lobascio negli anni ’40

Negli anni ’40 del secolo scorso, con la Seconda Guerra Mondiale ancora in corso, la criminalità non andava né a combattere e né in vacanza.
La Gazzetta del Mezzogiorno riportò un paio di vicende riguardanti Pasquale Lobascio, figlio di Domenico Lobascio.

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Processi alla Corte di Assise di Bari
Cinque condanne per estorsione e violenza privata

Il 25 novembre 1943, nella rivendita di vino gestita in Santeramo in Colle da Angela Sirressi fu Raffaele Sirressi, si presentavano 5 individui: qualificatisi agenti di P. S. facevano allontanare tutti gli avventori, uno dei quali, e precisamente Francesco Bove, perché recalcitrante ad abbandonare l’esercizio, fu anche schiaffeggiato. Rimasti soli, i “messeri” informavano la Sirressi che era in contravvenzione perché vendeva vino annacquato. Alle preghiere dell’esercente di non rovinarla, i voluti rappresentanti della legge annuivano mercé compenso di 500 lire, 3 pezzi di sapone da bucato, 2 bicchieri e 4 pesi per bilancia. Venuto a conoscenza del fatto, il maresciallo comandante la locale Stazione dei Carabinieri procedeva ad una inchiesta, che aveva per epilogo l’arresto – avvenuto il 26 aprile – di quattro dei componenti la combriccola: Vito Rocco Sansolino fu Vito Carlo Sansolino, di anni 68; Pasquale Lobascio di Domenico Lobascio, di anni 33; Filippo Lella di Nicola Lella di anni 40; e Michele Nettis di Giovanni Nettis, di anni 37; il quinto, Leonardo Colamonaco fu Michele Colamonaco, di anni 42, fu catturato il 5 ottobre. Costoro – tutti nativi di Santeramo in Colle – sono stati giudicati dalla nostra Corte d’Assise, quali rei di estorsione violenza privata.
La Corte – Presidente: Giuseppe Spinelli; P.M.: Guidi – ha condannato il Lobascio ad anni quattro e mesi 11 di reclusione e lire 8000 di multa; Sansolino e Colamonaco ad anni 3 e 6000 lire di multa ciascuno; Nettis ad anni 4 e 9000 lire di multa e Lella ad anni 2 e 4000 lire di multa, oltre a tutte le altre conseguenze di legge.
Difesa: avvocati Tanzarella, Larato e Francesco Catalano.

tratto e adattato da La Gazzetta del Mezzogiorno, 13/08/1944, p. 5

Passano circa 5 anni, in una masserie nelle vicinanze di Santeramo avviene un fatto di sangue.

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Donna trovata uccisa

I carabinieri di Laterza hanno rinvenuto in una masseria di quel territorio, il cadavere di una donna, identificato per quello della trentunenne Lucia Sette di Giuseppe Sette, da Santeramo, residente in Laterza. E’ risultato che ella era stata colpita mortalmente con arma da punta e taglio alla regione mammellare sinistra. Attivissime indagini ha iniziato l’arma benemerita per far luce sul misterioso delitto.

tratto e adattato da La Gazzetta del Mezzogiorno, 27/09/1944, p. 4

A distanza di 5 anni vi fu il processo che vide accusato proprio Pasquale Lobascio.

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Corte d’Assise di Taranto
Il ruolo dei processi

Taranto, 9 maggio.
Nella sessione della Corte d’Assise che si terrà in Taranto il 1 giugno p.v. fin quasi alla fine del detto mese saranno discussi i seguenti dieci processi tutti di evidente importanza:
[…] 3.) 6 giugno (lunedì) – Pasquale Lobascio: omicidio aggravato; […] tratto e adattato da La Gazzetta del Mezzogiorno, 10/05/1949, p. 6

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 Corte d’Assise di Taranto
Giovane madre uccisa da un bruto penetrato in casa
L’imputato assolto per insufficienza di prove

Taranto, 8 giugno.

Un delitto che a suo tempo suscitò la più viva impressione fu commesso il 22 settembre 1944, verso mezzogiorno nei pressi della masseria “Fra-Gennaro”, sita in agro di Laterza. La trentunenne Lucia Sette di Giuseppe Sette, da Santeramo in Colle, maritata Visciglio, fu uccisa da un malvivente con ben sette colpi di coltello. Al momento del fatto erano con la donna, nella masseria, i due suoi figliuoli Livia Visciglio di anni 7 e Angelo Visciglio di anni 4. Dalle indagini effettuate, sul posto, dal vice brigadiere dei Carabinieri Silvestri si credette di poter stabilire che quella mattina un individuo, capitato lì di passaggio, aveva chiesto qualche cosa da mangiare a Lucia Sette, ottenendo del pane e dell’uva. Egli, quindi tentava di abusare della donna e di fronte al reciso rifiuto di costei, la aggrediva selvaggiamente tempestandola di coltellate. I sospetti caddero subito su certo Pasquale Lobascio di Domenico Lobascio, nato nell’agosto 1910, a Santeramo, pericolosissimo pregiudicato, il quale, evaso il 10 agosto del 1944, dal carcere di Bari, dove scontava una condanna di circa 4 anni di reclusione. Il 23 febbraio del 1947 i Carabinieri riuscirono a rintracciarlo ed a trarlo in arresto. Il Lobascio è comparso ora davanti ai giudici popolari di questa Corte d’Assise, presieduta dal comm. dott. Semeraro, cons. a latere il giudice dott. Galbiati, canc. il rag. Arces. Suoi difensori l’avv. on. Agilulfo Caramia e l’avv. Calogero Genovesi. I famigliari della vittima si costituivano parti civili assistiti dagli avv.ti Antonio Altamura e Tommaso Imperio.
Il Procuratore Generale dott. Grisolia, ha chiesto la condanna dell’imputato alla pena dell’ergastolo, ma la Corte, ad ora inoltrata di sera, ha emesso sentenza di assoluzione per insufficienza di prove.

tratto e adattato da La Gazzetta del Mezzogiorno, 09/06/1949, p. 12

Da questa accusa venne assolto per insufficienza di prove, ma poco dopo vi fu un ricorso in Cassazione.

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Tribunale di Taranto
Ricorso del P.G. contro la sentenza del processo Lobascio

Taranto, 15 giugno.
Apprendiamo che il Procuratore della Repubblica presso questo tribunale, dott. comm. Grisolia, che, in qualità di P. G., nel processo a carico di Pasquale Lobascio, svoltosi testé nella locale Corte d’Assise, chiese la condanna dell’imputato all’ergastolo, ha interposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza con cui il Lobascio – imputato, come è noto, di avere ucciso con 7 colpi di coltello la trentunenne Lucia Sette, dopo aver tentato di usarle violenza – è stato assolto, per insufficienza di prove. Il ricorrente sostiene che vi sono elementi più che sufficienti per ritenere colpevole il Lobascio.

tratto e adattato da La Gazzetta del Mezzogiorno, 16/06/1949, p. 6

Non sono riuscito a trovare altre tracce di queste vicende,

Fonti consultate

La Gazzetta del Mezzogiorno, 13/08/1944, p. 5
La Gazzetta del Mezzogiorno, 27/09/1944, p. 4
La Gazzetta del Mezzogiorno, 10/05/1949, p. 6
La Gazzetta del Mezzogiorno, 09/06/1949, p. 6
La Gazzetta del Mezzogiorno, 16/06/1949, p. 6

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