Il mistero della vacca smarrita del 1847

Immaginate di portare a spasso il vostro cane Priscilla, così lo chiameremo. Se ha un’indole tranquilla e pigra magari vi segue anche senza tenerlo legato con il guinzaglio. Poi lo riportate a casa e lo lasciate nella sua cuccia in giardino.
Il giorno dopo vi svegliate, vi affacciate dalla finestra per buttargli un occhio di buongiorno, il vostro cane non si vede e pensate che sia ancora appisolato nella cuccia. Quando poi scendete per fargli fare il solito giro, lo chiamate ma non risponde con il solito abbaiare scodinzolante. Andate a guardare nei suoi angoli preferiti ma non si trova. Dove sarà finito? Forse sarà uscito dal cancello lasciato sbadatamente aperto.
Quello che ho descritto è una situazione che potrebbe capitare oggigiorno dal punto di vista del tutore dell’animale domestico.

Quando si va a scuola guida, quando si studia la parte sulla segnaletica verticale riguardante quelli di pericolo, si impara che il segnale che avverte sulla possibile presenza di animali domestici sulla carreggiata ha al centro la sagoma di una vacca. Dico vacca in quanto è il termine tecnico, mentre se avessi detto mucca avrei usato un termine praticamente dialettale. Torniamo a noi.

Se invece la vedo dal punto di vista del nostro cane, il “pet” quella mattina aveva deciso di andare a farsi un giro da solo, perché magari aveva trovato il cancello fortuitamente aperto.
Inizia a fare il solito giro, arriva in quell’angolo che deve assolutamente esplorare e che quel diamine di padrone non vuole assolutamente che lui raggiunga. Finché beato e soddisfatto non arriva in un punto in cui tornare a fare quel che fa di solito: un altro riposino.
Qui qualcuno lo nota. Paolo, così lo chiameremo, cerca di capire che ci faccia lì da solo questo cane, che nemmeno ha un collare e una targhetta per identificarlo. Non riuscendo a capire chi sia il suo responsabile decide di avvisare i vigili. Che a loro volta fanno controllare se il microchip identificativo possa chiarire il mistero. Ma Priscilla è ruspante ma delicato, quindi il proprietario non ha nemmeno pensato di microchipparlo. La cosa più saggia ora da fare è quindi chiedere in giro, descrivendo prima di tutto le fattezze del cane, i suoi connotati insomma, magari affiggendo qualche volantino e chiedendo anche a tutti i sindaci della provincia, meglio abbondare. Prima di affidarlo eventualmente ad estranei.

Bene. Immaginate tutta questa situazione… ma quasi due secoli fa, nel 1847, cambiando un po’ i protagonisti.

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3. Ufficio
POLIZIA GENERALE
1.Carico.
Num. 3533.
Bari lì 21 maggio 1847.
OGGETTO
Per una vacca rinvenuta nel comune di Santeramo.
Ai signori Sottintendenti, Giudici Regi, e Sindaci della Provincia.

Signori
Nel giorno 13 stante fu rinvenuto da Paolo Molinaro, di Santeramo, una vacca che si era smarrita, i cui connotati le trascrivo qui sotto.
Prego quindi le ss. ll. a voler disporre l’occorrente, onde sapersi se dessa appartener possa a qualche individuo de’ loro amministrati.
Connotati della vacca. Di mezzana grandezza, pelo marino, età circa anni 6, d’incarnatura calva assisa, senza merco.

L’Intendente
Eduardo Winspeare

Il Segretario generale
Cav. Brancia

tratto e adattato da Giornale della Intendenza di Terra di Bari, Dal Nuovo-Grande Stabilimento Poligrafico di T. Pansini, Bari, 1845, p. 58

Per “pelo marino” si intende un mantello bianco sporco.
L’età di 6 anni potrebbe essere stata valutata in base alle condizioni della dentatura.
A senso logico, “incarnatura calva assisa” potrebbe voler dire “uniformemente a pelo raso” perché l’incarnatura è la pelle/pelliccia e “assisa” si trova nel significato di “in modo uniforme, senza macchie/ciuffi”.
Infine “senza merco” equivale a nessun marchio identificativo, che all’epoca veniva impresso a fuoco.

Vista la zona potrebbe trattarsi di una vacca di razza podolica.

Ringrazio la dottoressa Anna Laura Musci e i “buiatri” di Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro per aver chiarito la descrizione dei connotati della vacca, che se avessi dovuto darle un nome, avrei chiamato Priscilla.

Fonti consultate

Giornale della Intendenza di Terra di Bari, Dal Nuovo-Grande Stabilimento Poligrafico di T. Pansini, Bari, 1845, p. 58

 

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