Era inverno, faceva freddo, nel pieno dei “giorni della merla” come li chiamiamo oggi. Era sabato 31 gennaio 1885, si fece presto buio nelle campagne intorno Santeramo e iniziò una lunga notte. La domenica imminente non sarebbe stata un giorno di festa. Pietro Colonna, un comune contadino, già immaginava che quella sarebbe stata una notte in cui non chiudere occhio. E non era solo. Probabilmente erano in due.
Dall’altra parte c’era Giovanni Massaro, di appena vent’anni. Quest’ultimo non avrebbe visto sorgere il sole.
La Gazzetta delle Puglie trascrive per intero il trafiletto apparso su La Settimana di Bari e aggiunge un proprio editoriale in prima pagina. E’ interessante vedere come oltre un secolo fa, contrariamente a quel che possiamo immaginare, era percepita con riluttanza l’idea della pena capitale, almeno da una parte della gente.
La Corte d’Assise condannò a morte Pietro Colonna facendo intendere che il principale artefice dell’omicidio era un altro. Graziantonio Rinaldi venne prosciolto. Al momento non ho trovato altri documenti, ma è molto probabile che negli anni seguenti vi fu un ricorso da parte di Pietro Colonna per aver salva la vita.
Giovanni Massaro era un mio lontanissimo cugino, perlomeno cugino di ottavo grado. Nacque il 21 ottobre 1864 in una famiglia di piccoli proprietari terrieri, figlio di Francesco Massaro e Angela Giandomenico.
Fonti consultate
Gazzetta delle Puglie, 18/12/1886, p. 1