Alberto Di Leone, il poeta del dialetto santermano

Ad Alberto Di Leone dobbiamo il merito di aver nobilitato il dialetto santermano. Egli nelle sue poesie ha raccontato la vita e le storie del nostro paese accadute nel secolo scorso e persino nell’ottocento, storie di quando la maggior parte dei santermani era povera gente, parlava solo dialetto, senza conoscere nemmeno una parola di italiano. Fino a metà del novecento molti santermani erano analfabeti ma restavano umili, cercavano di accontentarsi, di essere felice e di divertirsi nonostante la povertà e le difficoltà da affrontare ogni giorno.
Nei suoi versi poetici traspare l’amore e il rispetto per la propria terra e per le proprie radici, e  ovviamente per il proprio dialetto.
In una intervista aveva raccontato qualcosa di sè:
Intervista
Nacqui a Santeramo in Colle proprio nella notte della vigilia di Natale del 1918, cioè quell’anno speciale, perchè era appena finito in quei giorni il conflitto della Prima Guerra Mondiale 1915-1918, guerra che molti lutti aveva arrecato a tante famiglie italiane e di Santeramo, ricordando con dolore che il primo caduto sul fronte del Carso fu proprio mio zio Vincenzo Volpe. Pertanto, quella notte del 24 dicembre 1918 erano tutti a veglia ad attendere la nascita del Bambino Gesù, ben raccolti in preghiera e tanta fede, per ringraziare il Bambinello, della tanto auspicata Pace.

Quindi, il canto del “Tu scendi dalle stelle, o Re del Cielo“, non fu mai desiderato come quella volta. Arrivarono pure i montanari della Lucania ad accompagnarci con il suono dei pifferi e zampogne, come poi mi raccontava la mia cora mamma Utilia Capozzi, e, che io venni alla luce, alle 23:30 di quella notte.
Ma il mio caro papà Rocco, com‘era consuetudine di quel tempo, comunicò la mia nascita al Municipio solo dopo pochi giorni e cioè il 1° Gennaio 1919, giorno di Capodanno, dandomi il nome di Francesco Alberto Natalino Vittorio.
Ebbi un’infanzia comune a tutti i ragazzi dell’epoca, malnutriti, malvestiti, con occasioni culturali a dir poco zero. Dall’età di 7 anni fui garzone e poi collaboratore di mio fratello Pietro, titolare di una barberia. Non mancarono, per fortuna, due angeli custodi: Roccangelo Paradiso (agrimensore) e Alfredo Postacchini (insegnante) e, più tardi, il Generale Pilota Felice Torelli.
Alberto Di Leone
Famiglia Di Leone

Francesco Alberto Natalino Vittorio Di Leone, suo nome completo, nacque da Rocco Vito Di Leone e Utilia Capozzi. Quando i suoi genitori si sposarono nel 1909, suo padre era barbiere. Questo mestiere fu trasmesso prima a Pietro Di Leone, suo fratello maggiore, e poi anche Alberto seguì questo percorso iniziando a dare una mano già a soli 7 anni come garzone.
Per studio e lavoro Alberto Di Leone si trasferì al Nord Italia, prima a Stradella (Pavia) e poi ancora il 23 settembre 1963 a Modena. Insegnò come maestro di scuola elementare per un totale di 42 anni.
Nel 1979 tornò definitivamente in Puglia con la sua famiglia, precisamente a Cassano delle Murge. Infatti a Cassano sua moglie, Anna Olivieri ottenne la Dirigenza del Circolo Didattico cassanese e la famiglia Di Leone spostò la sua residenza a Cassano dove ha insegnato anche sua figlia Utilia Di Leone, poi diventata, anch’essa dirigente scolastica.
E’ in questo periodo che troviamo le sue pubblicazioni.

Intorno al 2007 i bambini della Scuola Elementare Umberto I raccolsero una sua intervista inclusa nel documento Santeramo: Un paese, la sua storia.

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Lunedì 18 aprile nel salone della scuola Umberto I abbiamo intervistato lo scrittore Alberto Di
Leone, autore della poesia “U paise mije“.
Gli abbiamo rivolto delle domande per conoscere la sua vita personale e soprattutto quella di scrittore.
1) Quale attività svolgeva nella vita?
Svolgevo quella che io ritengo una delle più belle attività: il maestro di scuola elementare e ho insegnato per ben 42 anni.
2) Da quanto tempo vive a Cassano?
Premesso che vivere lontano dal proprio paese è sempre una grande fatica, vivo a Cassano da 20 anni dove mi è sembrato giusto restare con la mia famiglia che si era trasferita per motivi di lavoro.
3) Come e quando le è nata la passione di scrittore?
La passione di scrittore sin dall’inizio è stata legata alla mia professione di maestro; infatti insegnavo con entusiasmo ai miei alunni a leggere libri e a scrivere. Così da sempre ho amato scrivere poesie e altro anche per ricordare sempre il mio Paese.
4) Perché ha scelto di scrivere in dialetto santermano?
Questa scelta ha un carattere affettivo: ai miei tempi, quando ero piccolo, in famiglia si parlava in dialetto, perciò per l’attaccamento al mio Paese natio e ai piacevoli ricordi del passato, ho pensato di scrivere le mie poesie in dialetto santermano.
5) Finora quanti e quali libri ha scritto? Finora ho scritto 4 libri: “Paese mio”, “Il paese e i cittadini di Cassano”, “Io e l’Italia meridionale”, “Santeramo una volta”.
6) Da dove ha preso spunto per scrivere le varie poesie?
L’ispirazione viene da ogni cosa che osservi; anche dagli occhi di questa bambina che mi sta parlando; comunque per le mie poesie spesso ho preso spunto da Santeramo e dai suoi particolari.
7) Dopo aver scritto le sue poesie è rimasto soddisfatto?
No!! Il debole di ogni scrittore è non restare mai soddisfatto della sua opera, perchè scrivi oggi e leggi domani, trovi dei difetti non ti accontenti mai e vuoi sempre migliorare.
8) Quale poesia le è piaciuta d più e perché?
Per uno scrittore non ci sono preferenze, le poesie sono tutte sue creature, e le ama allo stesso modo.
9) Come mai le parole dell’inno a Santeramo le ha scritte in Italiano?
Questa scelta è stata dettata dal fatto che l’inno è anche cantato perciò c’era la necessità di farsi capire da tutti, anche da cittadini di altri paesi.
10) È stato contento di questo nostro invito?
Sono stato molto contento di questo vostro invito: per me è sempre un piacere incontrare dei colleghi e degli alunni a cui raccontare la mia storia.

tratto e adattato da Santeramo: Un paese, la sua storia, Scuola Primaria Umberto I, p. 66

E’ morto circa cinque anni dopo questa intervista, a Santeramo il 20 dicembre all’età di 92 anni.

A lui la Scuola Elementare Hero Paradiso ha dedicato un concorso annuale di poesia. In realtà già nel 2008 vi era l’idea di dedicargli la prima edizione, ma Alberto Di Leone, con tutta la sua modestia, preferì che detto concorso non fosse a lui intitolato ma bensì ad una sua composizione: “I meravigghje du’ paise mije“.

Giovedì 23 settembre 2021 alle ore 17.00 si è svolta la cerimonia di intitolazione del Parco Giochi di Via Stazione a F. Alberto Di Leone. In questa occasione è stata applicata una targa vicino al cancello d’ingresso, mentre sul fianco dell’edificio della biblioteca comunale è stata applicato un grande pannello con disegno bicomatico che rappresenta il poeta, cultore e cantore della “santermanità”.

Le regole di fonetica e grammatica del dialetto santermano

Il poeta ha amato il dialetto santermano tanto da definire delle regole. Nella pubblicazione del libro Santeramo una volta troviamo un importantissimo capitolo didattico, in cui Alberto Di Leone mise nero su bianco le regole fonetiche e grammaticali del dialetto santermano. Il suo intento era quello di aiutare chiunque ad avvicinarsi alla scrittura utilizzando il nostro dialetto, non solo per chi lo fa per ragioni di studio ma soprattutto per amore verso la lingua parlata quotidianamente.

Opere

I Sopanome de Cassane, Francesco Alberto Di Leone, Tipografia Meridionale, Cassano Murge, 1981

Paese Mio – Poesie, aneddoti e soprannomi in dialetto santermano, Francesco Alberto Di Leone, Associazione Pro Loco, 1987

Io e l’Italia meridionale, Francesco Alberto Di Leone

Santeramo una volta – Testimonianze… a ccape salve, Francesco Alberto Di Leone, Associazione Pro Loco, 2003

Fonti consultate

I meravigghje du’ paise mije, SanteramoLive, Giovanni Zeverino, 19/06/2008, consultato il 19/08/2021
I 90 natali di Alberto Di Leone, SanteramoLive, 11/03/2009, consultato il 19/08/2021
Te vogghje bbène Sandèrm, te vulime bbène Albèrte!, Giovanni Zeverino, 14/03/2009, consultato il 19/08/2021
I novant’anni del poeta Alberto Di Leone: “Na mèravigghje du paise mije”, Margherita Lillo, Hero Paradiso, 25/03/2009, consultato il 19/08/2021
Addio Alberto, Cantore della Murgia, G. B., CassanoWeb, 22/12/2010, consultato il 19/08/2021
Dieci anni senza Alberto Di Leone, Giovanni Brunelli, CassanoWeb, 19/12/2020, consultato il 19/08/2021
Concorso di poesia dialettale “Alberto Di Leone”, Marianna Dimauro, Hero Paradiso, 20/06/2015, consultato il 19/08/2021
Santeramo: Un paese, la sua storia, Scuola Primaria Umberto I, 2007, p. 66, consultato il 23/08/2021
Ad Alberto Di Leone intitolato il parco giochi in via Stazione, SanteramoLive, 22/09/2021, consultato il 04/10/2021

 

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