Qualche tempo ho scritto un articolo riguardo la famiglia di costruttori Scattaglia, a cui si deve l’edificazione del Palazzo Di Santo e tante altre case. Ma ci sono altri membri della famiglia che meritano di essere ricordati. Filomena Scattaglia ne cita uno su tutti, Padre Donato Scattaglia:
“Io l’ho conosciuto da piccola. Mi portava i francobolli dal Madagascar e voleva bere acqua calda riscaldata sul fornello, quasi bollente… un mito. Erano 15 fratelli, di 2 mamme diverse… Figlio dello Scattaglia che ha costruito il palazzo in piazza (oltre a tante case) e l’isolato in Corso Italia, ove ancora oggi risiedono parte dei discendenti“.
Padre Donato Scattaglia, detto Donatucc, nacque nel 1912 da Nunzio Paolo Scattaglia e dalla seconda moglie Vita Teresa Cardinale.
E’ stato un missionario gesuita. Trascorse gran parte della sua vita all’estero, iniziando dall’estremo oriente, svolgendo la sua attività in Cina per 20 anni, territorio in cui erano stati anche altri santermani, come Padre Stefano Sette di cui avevo già raccontato l’incredibile avventura.
Padre Donato Scattaglia ebbe una vita travagliata specie nel periodo della seconda guerra mondiale.
Dopo il periodo cinese continuò la sua esperienza all’estero recandosi in Madagascar. Arriva sulla grande isola africana il il 25 settembre 1954 con i Padri Angella, Cento, Tam, Bernardi, Bethaz, F. Galliano.
Il Madagascar attualmente ha circa 25 milioni di abitanti di cui circa 1,6 milioni sono nella capitale Antananarivo. La religione prevalente è quella animista per metà della popolazione; segue il 45% divisi tra cattolici e protestanti e solo il 5% di musulmani. I primi tentativi di evangelizzazione avvennero intorno al 1540 da parte di alcuni domenicani portoghesi. Una vera evangelizzazione comincia nel 1648 da parte dei lazzaristi ma con poco successo.
Dalle notizie che ho trovato online molto risalto viene dato alla figura di Donato Scattaglia.
Intorno agli anni settanta fece ritorno in Italia e in una visita in Piemonte parlò della sua attività in Africa alla comunità di Don Orione. Il padre gesuita era ormai sessantenne e considerata l’età anziana era ormai impossibilitato a gestire le numerose attività. Per questo chiese l’aiuto alla congregazione orionina che rispose positivamente.
A quasi ottant’anni mori nel 1991 in Italia, forse a Milano per aver contratto la malaria.
Un ringraziamento a Filomena Scattaglia per l’aiuto datomi per la stesura di questo articolo.
Fonti Consultate
Madagascar, assomis.it, 23/06/2002
Come mostrare oggi la bellezza della Vita Consacrata nelle Case della Carità: in particolare approfondiremo l’aspetto della vita di comunità, Congregazione Mariana delle Case di Carità, Reggio Emilia, 26/03/2013, p. 14-15
Gli 11 al lavoro, Webdiocesi
Madagascar, Don Orione Italia, consultato il 29/11/2017
Addio Padre Cento, Anemon Onlus, consultato il 29/11/2017