Padre Stefano Sette – Parte 1 – Missionario in Cina

Questa è la prima parte in cui parlo di Padre Stefano Sette. Sto finendo di raccogliere materiale circa la sua vita, decisamente avventurosa, di cui parlerò in dettaglio nei prossimi giorni.

Giovanni Sette nacque il 17 luglio 1867 dal contadino Nicola Sette e Maria Raffaella Di Santo. A circa 14 anni, nel 1881, entrò nel Collegio Serafico dei Frati Minori a Castel Gandolfo (Roma). Il 10/06/1882 vestì l’abito religioso col nome di Frate Stefano. Proseguì gli studi religiosi ad Artena e il 22/03/1890 fu ordinato sacerdote nella Basilica Lateranense.

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Il Padre Stefano Sette

[…] Il padre Stefano Sette, dei Frati Minori di San Francesco, lettore in S. Teologia, nacque a Santeramo nel 1867 da una famiglia in cui la virtù era avito retaggio.
Egli studiò prima sotto Geremia Petrera; e poi ebbe a maestro l’illustre filosofo di Santeramo, M. R. P, Lettore Giantommaso, del medesimo ordine, che molto predilesse il suo alunno, in cui intuì una vera vocazione per la vita monastica.
Dietro cure fraterne di un sig. Molinari, il giovine Stefano Sette partiva per Castel Gandolfo, presso Roma, dove restò qualche tempo in quel Collegio Serafico.
Di qui passò in Fonte Colombo, presso Rieti, e nel 1883 vestiva la tonaca del poverello d’Assisi, dando così principio al suo noviziato, e dedicandosi ad una pietà sinceramente religiosa.
In Palestrina e in San Francesco a Ripa, presso Roma, egli apprese le dottrine filosofiche e teologiche.
In Roma fu consacrato Sacerdote. Passò poi professore di lettere in Rieti, lettore in Sacra Teologia a Frascati, e infine a Palermo, dove insegnò anche Teologia, che fu per lui la scienza prediletta, perchè nel suo insegnamento univa una pratica tutta conforme alla scienza divina,
Ma il desiderio grande di suggellare la sua vita col sacrificio di sè medesimo lo spinse, dalla cattedra di Palermo sino ai lidi del Mar Giallo […]

tratto e adattato dal “Corriere delle Puglie” del 27/07/1900, p. 2

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Nel 1899 partì come missionario in Cina nella zona dell’Hunan Meridionale. Di seguito trascrivo una lettera da lui scritta nel maggio del 1900:

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Una lettera del P. Stefano Sette da Santeramo

Abbiamo da Roma:
La Voce pubblica una lettera interessantissima di P. Stefano Sette […] ad un religioso dei Frati Minori […] Eccola:

Rev. Padre… Vi sono questi benedetti Cristiani Cinesi che continuamente mi chiedono santi e abitini! Ne avea parecchi ma in pochi giorni me li hanno portati via tutti. Veda quindi di mandarmene un numero lei. Le monache generalmente amano di dispensare al popolo questi oggetti di divozione; quanto più non devono amare che siano dispensati a povera gente ch’è costretta a vivere in mezzo all’idolatria, e che il Missionario stesso è costretto alle volte ad accattivarsela, con questi regalucci?

Han-Kow nel 1900
Han-Kow nel 1900

Ed ora alle mie nuove. Esse sono brevi, anzi brevissime. Come l’avrà saputo, partii da Roma il 18 ottobre dell’anno scorso, e da Marsiglia il 22. Dopo un viaggio felicissimo, grazie a Dio, giunsi in Han-Kow il primo di dicembre. Mi fermai un mese ivi, godendomi la compagnia del P. Agapito da Palestrina che ora è vice-procuratore della Missione dell’Hu-pè. Indiripresi il viaggio interrotto pel mio Vicariato; e dopo 20 giorni di barca, giunsi nel Hu-nan Merid, Missione assegnatami. Presentemente mi trovo solo soletto in una Cristianità di 700 persone, dato anima e corpo ad apprendere le lingue ch’è difficilissima. Ancora non posso incominciare a predicare e confessare; ma lo spero con un altro mesetto di tempo. Il Vescovo è il Rmo Mons. Antonino Fantosati da Trevi dell’ex Riformata Provincia Serafica, ma educato in Provincia Romana, discepolo del M. R. P. Massimo Luigi da Rieti e Stefano da Sezze.
La Missione è una delle più difficili, vuol per la scarsezza dei soggetti, vuol per il carattere barbaro dei popoli di questa provincia. Gli stessi Cinesi di altri Vicariati tremano al solo nome della Provincia del Hu-nan. Basti dire, che in molti luoghi sono ancora antropofagi!
Ciò non di meno vivo tranquillo, aspettando l’ora ed il momento che a Dio piacerà, in cui mi faranno la pelle. – Nè creadalo dica celiando!— Sono duo o tre mesi dacchè lo minacciano questi pagani della vicina città (500.000 abitanti circa)! E se nello Sciantu i Missionari han potuti evadere, qui è impossibile, senza un aiuto speciale della Provvidenza; perchè privi totalmente di commercio e comunicazione immediata con gli europei. I Cristiani, relativamente, sono pochissimi (5000 in circa in tutto il Vicariato) mentre i pagani sono più di 10.000.000. Se le dovessi raccontare i costumi ed il metodo di vita di questi popoli, e quindi l’ambiente tutto nuovo per il povero Missionario, non la finirei per adesso. Io credo di dare una definizione adeguata del Cinese, chiamandolo “un europeo a rovescio addirittura”, quello che si apprezza in Europa qui si disprezza; mentre quello che si disprezza in Europa qui si apprezza!… Ma credo ora di avere passato i limiti della brevità, e d’uscir fuori di proposito; perciò fo punto…
Alle sue monachelle poi mi raccomando che facciano una preghiera per l’indegno suo servo e per i miei poveri Cinesi, Baciandole la mano e salutandola di cuore, mi dichiaro.
Di V. P. R.
   Nan-scian (Hu-nan) il 17-5-900.
   Dmo confr e servo
   P. Stefano Sette da S. Eramo

tratto e adattato dal “Corriere delle Puglie” del 01/08/1900, p. 2

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Nei prossimi giorni pubblicherò la seconda parte dedicata a Stefano Sette, e soprattutto un’incredibile terza parte.

Fonti consultate

Breve vita di sant’Erasmo e l’origine di Santeramo – in appendice Gli uomini illustri e benemeriti del nostro paese, Vito Perniola, Tip. G. Pansini e F., Bari, 1962
Alcuni figli benemeriti di casa nostra: Santeramo, Adolfo Porfido, Litotipografia Vitorchiano Poziello, 1992
Corriere delle Puglie di venerdì 27/07/1900, p. 2
Corriere delle Puglie del 01/08/1900, p. 2

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