Corriere Giudiziario
Corte d’Assise
Presidente cav. Pietro Pallone.
P.M. Sostituto procuratore del Re De Francesco.
Ieri alla nostra Corte furono trattate due cause, la prima a carico di Felice Natuzzi di anni 16 da Santeramo, accusato di violenza carnale in persona della dodicenne Maria Fiorentino. […]
Ecco in breve il fatto della causa Felice Natuzzi.
In agro di Santeramo verso le ore 10 antimeridiane del 26 luglio 1894, lavorava il contadino Felice Natuzzi; Maria Fiorentino ragazza sui 12 anni, per recarsi al fondo di suo padre, dovè attraversare un sentiero di campagna, e quindi si incontrò col Felice Natuzzi, il quale nel vederla, le chiese dei zolfanelli [fiammiferi, NdR]. Alla risposta negativa della ragazza, il Felice Natuzzi le si avvicinò, e fermatala, senza preamboli, la gittò per terra, le turò la bocca con un fazzoletto, e poscia sfogò su di lei le sue voglie impudiche. Non contento di ciò, la minacciò e la trattenne seco per parecchie ore, ripetendo sulla malcapitata ragazza i suoi atti di libidine.
Liberatasi finalmente, la povera Maria Fiorentino si recò piangendo al vicino casolare dei coniugi Francesco Fiorentino ed Isabella Nuzzi ed a questi raccontò l’accaduto, i quali in unione del capo guardia municipale e di un tal Saverio Tritto si diedero alla ricerca del reo, che rinvennero e fecero riconoscere dalla ragazza.
Dapprima il Felice Natuzzi negò, ma poscia messo alle strette, sia dal riconoscimento fatto dalla ragazza, e sia dalle tracce del delitto, riscontrate sulla sua persona, finì col confessare, dicendo che la Maria Fiorentino alla sua richiesta, prima si era negata, ma poscia aveva ceduto, raccomandandogli di far presto, potendo sopraggiungere sua madre, o che se aveva commesso quel delitto era stata opera del diavolo che l’aveva accecato.
Ed era naturale, povero Felice Natuzzi, dal momento che tutti e due, non rappresentavano in quel momento che Adamo ed Eva nel paradiso terrestre necessariamente vi subentrò il Diavolo per farli peccare.
Pochi furono i testimoni di carico e di discarico.
La parte civile, brillantemente sostenuta dal signor Campolonghi, chiese ai giurati un verdetto di piena colpabilità nei sensi dell’accusa.
Il P.M., da parte sua non fece che sostenere lo assunto della parte civile.
Il difensore, avv. Squicciarini, invece, dimostrò con minuto e coscienzioso esame sui fatti e sulla generica non potersi nel caso in esame parlare di violenza carnale, e quindi chiese ai giurati l’assoluzione del Felice Natuzzi.
I giurati al contrario, ritennero il Felice Natuzzi, responsabile di ratto e congiunzione carnale, con violenze e minacce, e con l’aggravante della lesione derivatane, in concorso di attenuanti, e quindi la corte condannò il Felice Natuzzi a cinque anni di reclusione e pene accessorie di lire 500 alla parte civile.
tratto e adattato da Corriere delle Puglie del 13/02/1895, p. 2