CORTE D’ASSISE DI TARANTO
Uccide il patrigno ed è assolto per legittima difesa
TARANTO, 18.
Il 30 luglio dello scorso anno, nel pomeriggio, in un fondo in quel di Ginosa, il diciannovenne Stefano Lella del fu Raffaele Lella da Santeramo in Laterza uccideva con una fucilata e quindi con colpi di scure e di coltello il patrigno tal Felice Ricciardi durante una tremenda colluttazione impegnata con costui, che dopo aver minacciato di morte il figliastro avrebbe tentato di colpirlo con una forca di cui era in possesso.
Dinanzi a questa Corte d’Assise, presieduta con sagace energia dal cav. uff. Guastamacchia assistito efficacemente dal primo cancelliere cav. Sebastio, è comparso il Lella per rispondere, appunto, di omicidio volontario in persona del Ricciardi, nonché di porto di fucile senza licenza e di contravvenzione alla legge sulle concessioni governative.
L’imputato è stato difeso dall’ avv. Oronzo Massari del foro di Lecce e dall’avv. Rodolfo Sangiorgio del nostro foro.
Il Pubblico Ministero nella persona del sostituto Procuratore del Re cav. avv. Faccini ha sostenuto la responsabilità del giudicabile, del quale ha chiesto la condanna.
I difensori, invece, hanno sostenuto la tesi della legittima difesa. E poiché i giurati, nel loro verdetto, hanno accolto questa tesi, il Presidente ha emesso sentenza con cui ha mandato assolto Stefano Lella dalla imputazione di omicidio, condannandolo a soli due mesi di detenzione per porto abusivo di fucile.
tratto e adattato da Corriere delle Puglie, 14/06/1931