L’omicidio del suo patrigno per legittima difesa

I rapporti tra genitori e figli non sono sempre idilliaci. Figuriamoci le tensioni che si possono creare tra un patrigno, secondo marito di una donna rimasta vedova, e i figli di lei avuti dal primo matrimonio.

Stefano Lella nacque intorno al 1911 a Santeramo da Raffaele Lella. Il padre venne a mancare, e come capitava spesso, la madre s unì in matrimonio ad un secondo marito, Felice Ricciardi.

Era l’estate del 1930 e si lavorava in campagna…

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CORTE D’ASSISE DI TARANTO
Uccide il patrigno ed è assolto per legittima difesa

TARANTO, 18.
Il 30 luglio dello scorso anno, nel pomeriggio, in un fondo in quel di Ginosa, il diciannovenne Stefano Lella del fu Raffaele Lella da Santeramo in Laterza uccideva con una fucilata e quindi con colpi di scure e di coltello il patrigno tal Felice Ricciardi durante una tremenda colluttazione impegnata con costui, che dopo aver minacciato di morte il figliastro avrebbe tentato di colpirlo con una forca di cui era in possesso.
Dinanzi a questa Corte d’Assise, presieduta con sagace energia dal cav. uff. Guastamacchia assistito efficacemente dal primo cancelliere cav. Sebastio, è comparso il Lella per rispondere, appunto, di omicidio volontario in persona del Ricciardi, nonché di porto di fucile senza licenza e di contravvenzione alla legge sulle concessioni governative.
L’imputato è stato difeso dall’ avv. Oronzo Massari del foro di Lecce e dall’avv. Rodolfo Sangiorgio del nostro foro.
Il Pubblico Ministero nella persona del sostituto Procuratore del Re cav. avv. Faccini ha sostenuto la responsabilità del giudicabile, del quale ha chiesto la condanna.
I difensori, invece, hanno sostenuto la tesi della legittima difesa. E poiché i giurati, nel loro verdetto, hanno accolto questa tesi, il Presidente ha emesso sentenza con cui ha mandato assolto Stefano Lella dalla imputazione di omicidio, condannandolo a soli due mesi di detenzione per porto abusivo di fucile.

tratto e adattato da Corriere delle Puglie, 14/06/1931

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Alla Corte d’Assise

Venerdì 12 si ebbe il verdetto nella causa a carico di Stefano Lella del fu Raffaele Lella, di anni 19, da Santeramo in Colle, imputato per avere in territorio di Laterza, il 30 luglio 1930, a fine di uccidere, cagionata la morte del di lui padrigno Felice Ricciardi. Il presidente, in seguito al verdetto dei giurati, mandò assolto il Lella. Difesero l’imputato gli avvocati cav. uff. Giuseppe Russi e Rodolfo Sangiorgio.

tratto e adattato da La voce del popolo, 20/06/1931

Oggi un esito del genere non sarebbe possibile.

Fonti consultate

Corriere delle Puglie, 14/06/1931
La voce del popolo, 20/06/1931

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