Il pericoloso mestiere del fuochista e la tragedia della famiglia Dell’Erba

Ci sono storie che si possono solo immaginare, intuire da alcuni segni e poche tracce, non scritte o tramandate nel tempo. Almeno da quando il nostro paese era abitato in gran parte santermani e qualche “forestiero“.

La storia che introduco è quella di una tragedia, doppia, due drammi che ho rintracciato “semplicemente” intuendo l’accaduto da diversi elementi scritti negli atti anagrafici dei protagonisti. La famiglia di Antonio Lonardo Dell’Erba, un cognome non comune a Santeramo, che ha attirato la mia curiosità e iniziamo a vedere come.

Antonio Lonardo non era originario del nostro paese, era un “forestiero“, nato intorno al 1817 a Rutigliano da Carlo Dell’Erba e sua moglie Isabella Ottomano. Carlo faceva un mestiere particolare, molto particolare, il “fochista“.
Inizialmente Antonio Lonardo iniziò a praticare un mestiere differente, il calzolaio. In qualche maniera si spostò nell’adiacente Sammichele, dove conobbe e Isabella Maria Spinelli quando entrambi erano ancora minorenni (la maggiore età si raggiungeva a 21 anni). Si sposarono il 28 aprile 1836 senza la presenza dei genitori di lui, già defunti.
Antonio Lonardo nel corso della sua vita si trasferì a Turi, la cittadina nota per le ciliegie ferrovia.
Al primogenito intorno al 1844 venne dato il nome del nonno, Carlo Dell’Erba. A Turi nacque intorno al 1848 Isabella Maria Filomena Dell’Erba, che prese il primo nome dalla nonna paterna. In seguito nacquero anche Giacomo Dell’Erba e Antonia Dell’Erba, intorno al 1854 e al 1858 circa.

Non so di preciso quando avvenne, ma in Antonio Lonardo si accese la luce che lo spinse a proseguire le orme del padre, lasciando stare gli attrezzi da calzolaio per abbracciare quelli da “fuochista“. Probabilmente questo lo portò a viaggiare spesso, cambiando spesso paese per via del suo lavoro legato alle feste paesane, l’arte di fabbricare e vendere fuochi pirotecnici.

La coppia di Antonio Lonardo ed Isabella Maria, con i loro figli, si trasferì da Turi a Santeramo. Immagino la situazione: in poco spazio vivevano famiglie numerose Nel nostro paese nel 1858 nacque un’altra figlia, Domenica Rosa Maria Dell’Erba. E com’era normale la casa accoglieva sia la famiglia e sia l’attività del padre. Una casa e bottega in cui le faccende quotidiane condividevano gli spazi con micce, polveri pirotecniche e sostanze chimiche del padre fuochista.

La tragedia, la prima

Passò un po’ di tempo, arrivò l’estate dell’anno dopo. Era luglio, probabilmente un torrido luglio che ben possiamo immaginare, senza un fil di vento e nessuna nuvola all’orizzonte. Il pomeriggio scorreva, col caldo in cui pochi vogliono avventurarsi in giro. Era il 1859, la torre della Chiesa di Sant’Erasmo da anni era ancora priva del suo completamento, che arriverà solo il secolo dopo. Erano circa le 16 del 24 luglio, un mercoledì come tanti altri, che vide accendersi la scintilla della tragedia.

Questo è quanto sono riuscito a capire partendo da una indicazione trovata in uno dei registri anagrafici. Solitamente in questi registri si trovano i dati di età, mestiere e i nomi dei genitori. Non si trova mai indicata la causa di decesso. E in questo documento vi è una eccezione.

Atti di Morte di Santeramo in Colle del 1859

Ci fu un incendio. In due pagine adiacenti sono indicati i nomi delle vittime, la madre Isabella Maria Spinelli, qui presente solo col primo nome, e della figlia più piccola, Domenica Rosa Maria Dell’Erba chiamata semplicemente Domenica. Il luogo dell’incendio non sono riuscito a determinarlo, ma era sicuramente a Santeramo essendo stato qui registrato l’atto di morte.
Il destino strappò Isabella dalle braccia del marito, Antonio Lonardo, quando aveva 40 anni e la piccola Domenica Rosa Maria ad appena quindici mesi.

Ma la vita deve andare avanti, e poco dopo Antonio Lonardo cambiò nuovamente città tornando a Sammichele. Qui riuscì a sposarsi una seconda volta, il 28 luglio 1861, in questo caso con la casalina Vita Maria Morgese, figlia di Eustachio Morgese e Domenica.
Dalla loro unione nel 1862 nacque Eustachio Pietro Dell’Erba, deceduto tre settimane dopo e nel 1863 nacque la piccola Domenica Rosa Dell’Erba, un nome dato in memoria della piccola sorella scomparsa quattro anni prima. E nel maggio del 1866 arrivò un’altra bimba, Addolorata Maria Dell’Erba, anche in questo caso un nome scelto ricordando l’accaduto di sette anni prima. Nacque in Strada San Domenico.

La seconda terribile tragedia

Antonio Lonardo non lavorava da solo. A Santeramo c’era un altro fuochista, anche più esperto. Vitantonio Fortunato nacque a Turi 60 anni prima, intorno al 1806, ed era figlio naturale di Maria Fortunato, cioè era nato da un rapporto al di fuori del matrimonio.

Era una calda estate, una di quelle torride estati in cui si dorme completamente scoperti con le cicale che continuano imperterrite nel loro canto. Non si può fare a meno di sentirle, con finestre aperte e il canto che entra in casa in piena notte. Immagino così la situazione di quella notte.

Questa premessa per far capire quello che stava per accadere nella notte tra il 9 e il 10 agosto. Un altro dramma.
Era il 1866. Da pochi anni, dopo l’Unità d’Italia, Santeramo era diventata “Santeramo in Colle” con l’aggiunta di quella connotazione topografica che portiamo fino ad oggi.

Era buio, una notte in cui le stelle puntellano il cielo e la luna nuova mostra la sua faccia oscura. Erano circa le ore 2 in Strada San Domenico. Improvvisamente l’oscurità si tinse di rosso fuoco e le fiamme portarono via cinque anime. Una nuova tragedia colpì la famiglia Dell’Erba. Negli atti questa volta non è indicato che si trattò di un incendio, ma quattro figli di Antonio e il collega fuochista risultano aver perso la vita nello stesso orario. Persero la vita alcuni dei figli nati dalle prime nozze tra Antonio Lonardo e Isabella Maria Spinelli. Isabella Maria Filomena Dell’Erba, riportata come Elisabetta, aveva appena 18 anni, Giacomo Dell’Erba aveva circa 12 anni e Antonia Dell’Erba ne aveva circa 8. Perse la vita anche la piccola Domenica Rosa Dell’Erba, avuta dal secondo matrimonio, ad appena 3 anni. E nemmeno Vitantonio Fortunato nulla potè contro la furia delle fiamme che per tanti anni aveva domato.

Indice degli Atti di Morte di Santeramo in Colle del 1866

L’immagine qui sopra, l’indice sequenziale in cui compaiono i fratelli Dell’Erba è stato l’elemento da cui è partita la mia ricerca, in cui ho trovato la traccia di questa tragedia del 1866 per poi trovare anche la prova del precedente dramma del 1859.

La vita continua

Il primogenito, Carlo Dell’Erba, nonostante l’accaduto, seguì le orme del padre e del nonno, diventando anche lui fuochista. Si sposò nel 1870 a Santeramo con Angela Di Filippo ed ebbe diversi figli.

Famiglia Dell’Erba

Dopo la seconda tragedia Antonio Lonardo Dell’Erba rimase a Santeramo e da Vita Maria Morgese ebbe altri figli, Eustachio Dell’Erba nato privo di vita nel 1876 ed Isabella Dell’Erba nel 1877, nati in Via Annunziata.

E’ da notare che per un breve periodo i piccoli figli di Carlo e Angela, cioè Antonio Dell’Erba (1876), Antonio Vito Dell’Erba (1879), Isabella Dell’Erba (1881), avevano avuto una zia di età inferiore alla sua, Isabella Dell’Erba (1877) figlia di Antonio Lonardo Dell’Erba e della seconda moglie Vita Maria Morgese.

Carlo Dell’Erba risultava essere ancora il fuochista di riferimento nell’Annuario del 1893.

Ci sono mestieri che sono più pericolosi di altri. Quello del fuochista, di chi ha a che fare con fuochi pirotecnici e polveri esplosive, è sempre stato tormentato da tragici eventi. Andare lontano nel tempo è un modo per dar voce a chi non è stato ricordato in alcuna maniera finora.

Ringrazio Fred Ferrante che da Folsom (California) il 20/12/2020 mi ha scritto un’email consentendomi di aggiungere qualche tassello ad integrazione della storia.

Conoscete altri particolari riguardo queste vicende? Contattatemi.

Fonti consultate

Gli Archivi per la Ricerca Anagrafica, ITALIA, Archivio di Stato di Bari, Stato civile italiano, Santeramo, Morti, 1866
Gli Archivi per la Ricerca Anagrafica, ITALIA, Archivio di Stato di Bari, Stato civile italiano, Santeramo, Morti, 1866
Bici per fuochi d’artificio, ilbiciclista2014, 30/01/2016, consultato il 08/10/2017

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