Incidente all’acquedotto

La settimana scorsa, dopo anni che speravo di farlo, sono riuscito a visitare il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese di Bari, in occasione della mostra dedicata a Duilio Cambellotti, l’artista che ha saputo celebrare l’impresa della realizzazione dell’acquedotto avvenuta un secolo fa.

Mostra Cambellotti
Duilio Cambellotti – Le grazie e le virtù dell’acqua

La Puglia è stata da sempre una terra che ha sofferto la scarsità d’acqua, con estati funestate da siccità e con i pozzi che cercavano di intrappolare l’acqua piovana. Alla fine del diciannovesimo secolo si avviarono i lavoro di realizzazione di un canale principale che facesse giungere le acque dal fiume Sele e dal Calore. Ma per un vero acquedotto, che potesse ramificarsi lungo la regione del levante, occorsero anni, passando attraverso la Prima Guerra Mondiale. Prima che scoppiasse il primo conflitto mondiale anche a Santeramo si erano avviati i lavori di scavo e posa delle tubature a cui partecipavano squadre di operai del posto. E non sempre le cose andavano bene…

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Due operai dell’Acquedotto Pugliese gravemente feriti per lo scoppio di una mina

Ieri sera un telegramma da Santeramo annunziava alla Pubblica Assistenza l’imminente arrivo a Bari di due operai dell’Acquedotto Pugliese, che nella mattinata erano rimasti vittima, nel loro cantiere di lavoro, di un grave accidente. Il presidente dell’Associazione avv. Russo organizzò subito due squadre di militi, che si recarono con altrettante barelle alla stazione ferroviaria, per provvedere al trasporto all’ospedale delle vittime dell’infortunio.
Col diretto della linea di Taranto giunsero infatti due minatori. Nicola Bitetti di anni 21 e Francesco Leone di anni 32, entrambi da Santeramo, i quali avevano il volto fasciato e si contorcevano spasimando fra le braccia di alcuni congiunti che erano venuti ad accompagnarli. I due infelici furono adagiati ciascuno in una barella e trasportati all’ospedale Consorziale, dove ebbero dapprima le cure più urgenti dal medico di guardia, poscia furono ricoverati in una sala del reparto chirurgico.
Il Bitetti ed il Leone fanno parte del personale addetto ai lavori dell’Acquedotto Pugliese (cantiere Santeramo) e da qualche tempo lavoravano con le squadre dislocate nei pressi di Grumo Appula.
Ieri mattina provvidero accuratamente alla preparazione di una delle solite mine, che verso mezzogiorno esplose regolarmente con un frastuono assordante. Molti pezzi di massi saltarono con violenza, avvolti in dense nubi di terriccio, che poi si andarono man mano diradando. Improvvisamente, quando i due operai precedendo i compagni della squadra, si erano avvicinati al punto della esplosione, ne avvenne una seconda, evidentemente inattesa. Tanto il Bitetti che il Leone furono colpiti da qust’ultima esplosione e stramazzarono al suolo, rimanendo ustionati in volto e lungo tutto il corpo.
I disgraziati furono soccorsi dai compagni sopraggiunti, poi furono trasportati su di un carro alla stazione di Santeramo, donde, furono fatti partire per Bari.
Lo stato dei due minatori non presentava ieri sera molte preoccupazioni.

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tratto e adattato dal Corriere delle Puglie del 23/01/1913, p. 5

Fonti consultate

Corriere delle Puglie del 23/01/1913, p. 5

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