I nobili di Santeramo e i loro stemmi

Ci sono persone che si sono impegnate a mettere nero su bianco quel che erano i propri interessi. Edgardo Noya di Bitetto oltre un secolo fa raccolse il materiale per una piccola ma importante pubblicazione riguardante le famiglie nobili del barese, chiedendo e non sempre ottenendo qualche fonte o documento per descrivere origini, stemmi e motti delle casate altolocate.

Nel 1912 diede alle stampe il suo lavoro di ricerca, un elenco in ordine alfabetico delle famiglie nobili presenti in Terra di Bari, con accenni alle loro origini, indicazione dei comuni di influenza. Descrive minuziosamente gli stemmi e i cimieri, che non aveva potuto stampare all’epoca. Ho aggiunto le immagini degli stemmi per come sono rappresentati su Wikipedia. Ne mancano molti, cercherò di recuperarli col tempo.

Dal volume ho estratto quelle che si riferiscono a Santeramo, tra cui vi sono famiglie che hanno effettivamente vissuto ed avuto proprietà a Santeramo in particolare fino all’ottocento, pochi anni prima della scrittura del libro. Sono indicate anche alcune famiglie che non hanno realmente vissuto a Santeramo, ma che probabilmente hanno mantenuto qualche proprietà terriera nei secoli addietro.

Per i motti ho aggiunto un cenno di traduzione per spiegarne il significato.

CaraccioloPisquizi – Conti di Mola (per successione); e Marchesi di Santeramo.
Arma: D’oro, al leone rampante d’azzurro, con la coda rivolta nel di dentro, armato e linguato di rosso
Cimieri: 1) un mezzo leone uscente; 2) mezzo cavallo sfrenato; 3) una testa di Moro
Motto: Vincere aut mori. (significato: “vinci o muori“)

Stemma della linea dei Caracciolo Pisquizi

Carafa (della Stadera) – D’origine napoletana; patr. di Bari; Baroni di Cassano, Minervino, Mola, Rutigliano, S. Demetrio e Valenzano; Conti di Noja, di Ruvo, e di Triggiano; Marchesi di Santeramo, Bitetto e Corato; Duchi di Andria e Casteldelmonte.
Arma : Di rosso, a tre fascie d’argento
Cimiero; una Stadera.

Casamassima – Patr. di Bari; Signori di Casamassima, e dei beni feudali di Cassano e Santeramo.
Arma: D’oro, alla banda di rosso, caricata di tre scudetti d’argento.
Motto: Cunctando restituit. (significato: “temporeggiando restituii“)
Alias: Come sopra: al capo di rosso, caricato di una croce d’argento.

Chinardi – Signori di Acquaviva, Santeramo e Terlizzi, e Conti di Conversano (1249); originari di Cipro.

Chyurlia – Patr. di Bari e di Giovinazzo, nob. di Molfetta; Signori di Altamura, Binetto, Bitetto, Magliano (ora distrutto), Montrone, Polignano, Beni feudali di Trani, e Santeramo; Conti di Modugno.
Arma: Di rosso, alla banda d’azzurro, filettata d’argento, caricata di tre gigli d’oro, ed accompagnata da due gigli dello stesso.
Alias: da dae leoni illeoparditi.

(de) Fontanellis – Nob. di Bitetto, Signora di Acquaviva delle Fonti (sec. XII) e di Santeramo (1198): originaria di Tramonti.
Arma: Spaccato d’azzurro e di rosso, alla fascia d’oro caricata di tre rose di rosso, bottonate d’oro, attraversante; nel 1 un leone d’oro uscente; nel 2 due spade d’argento, manicate d’oro, in croce
di S. Andrea, accompagnato da tre stelle di 6 raggi d’oro, due ai lati ed una in punta.

Giandomenico – Di Santeramo, nobile.
Arma: D’azzurro, a due leoni d’oro, controfrontati e controrampanti un albero al naturale, accompagnati in capo da tre stelle di 8 raggi d’oro.

Giannini – Del Popolo Primario di Bari, diramata in Santeramo, originaria fiorentina.
Arma: D’azzurro, al monte di 6 cime d’oro, sormontato da un semivolo dello stesso.

(de) Laurentiis – Del Popolo Primario di Bari, e nob. di Altamura e di Modugno, passata poi in Rutigliano e Santeramo.
Arma: Semispaccato – partito; nel 1 d’argento, ad una torre al naturale, aperta di nero, merlata di tre pezzi; nel 2 d’azzurro, ad una croce di nero, uscente da un cespuglio nudrito di su una campagna di verde; nel 3 di rosso, al leone rampante d’oro, sostenuto da una campagna di verde. 

(de) LucaResta — Di Noci, originaria di Santeramo; marchesi.
Arma: D’azzurro, al leone d’oro, linguato di rosso, tenente con la branca destra anteriore una croce di Malta d’argento, attraversata da una fascia dello stesso, caricata di tre rose di rosso.
Cimiero: un leone d’oro.
Dirisa: In tenebris magis elucet et sic adversa fugantur.

Mastrilli – Baroni di Santeramo, d’origine francese.
Arma: D’oro, alla banda d’azzurro, caricata da un giglio d’oro, accompagnata nel capo da un lambello di tre pendenti di rosso, e nella punta da un leone dello stesso.

Netti – Di Santeramo, nobile e già feudataria, diramata in Mola.
Arma: D’azzurro, alla fascia d’oro, sormontata da un ermellino d’argento passante, con una stella di 8 raggi nel canton destro del capo.
Motto: Potius mori quain foedari. (significato: “meglio morire che essere disonorati“)

Pagano – Signora di Santeramo e Terlizzi; Principi di Canosa; d’ origine normanna.
Arma: Bandato d’oro e d’azzurro; col capo d’ermellino, caricato di un lambello di tre pendenti di rosso, e la bordura alternata e raddoppiata dieci volte d’Angiò e di Gerusalemme, cioè d’azzurro e d’argento, l’azzurro seminato di gigli d’oro e caricato di un lambello di rosso, e l’argento dalla croce potenziata d’oro, accantonata da 4 crocette del medesimo.
Motto: Fortior pugnavi.

Patruno – Nob. di Santeramo, ascritta alla 2 Piazza di Molfetta.

Sava – Di Santeramo, nobile, già Conti di Gravina, e nob. d’Altamura; d’origine amalfitana.
Arma (del Conti di Gravina): D’oro, alla serpe al naturale, avviticchiata attorno ad un bastone di rosso (o: al naturale) piantato su di un monte di verde e guardante tre stelle d’oro, poste nel capo; il tutto caricato da una fascia spaccata: d’argento al di sopra, e spaccata d’oro e di nero al di sotto.
Arma (di tutti gli altri rami): D’azzurro, alla torre al naturale terrazzata di verde e accostata da tre stelle di 6 raggi d’argento nel capo.
Corona: Ducale.
Arma altuale: Inquartato: nel 1 d’azzurro, al leone d’oro, attraversato da una banda di rosso (che è dei: De Paola); nel 2 di rosso, alla fascia patente partita d’oro e d’azzurro (che è dei: Balbi); nel 3 di Sava c. s.; nel 4 d’azzurro, ad un destrocherio al naturale, movente dalla punta sinistra dello scudo, e tenente una spada pure al naturale, accompagnata da quattro borse (?) d’oro, 2 e 2.

Fonti consultate

Blasonario generale di Terra di Bari, Edgardo Noya di Bitetto, Mola di Bari, 1912

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