Giuseppe “Peppino” Casone, il Presidente della Provincia

Domenica 18 giugno 2017 è stato il trentesimo anniversario dalla scomparsa di un importante personaggio politico di Santeramo, Giuseppe Casone, per tutti meglio noto come Peppino Casone.

Si sposò con Etta Divella, da cui ebbe due figli, Vincenzo Casone e Daniele Casone.

Il suo impegno riconosciuto dai santermani si è visto nella gestione dell’ospedale “Jacoviello”. E’ stato poi consigliere provinciale a capogruppo consiliare a Santeramo e Bari. Fu anche sindaco di Santeramo per due volte, nelle annate 1977-1980 e 1984-1985. In quegli anni fu presidente dell’Istituzione concertistico-orchestrale della Provincia di Bari, portando diversi concerti a Santeramo, e vicepresidente nazionale della Sezione Orchestre.

Nel 1985 il suo nome fu scelto dalla Democrazia Cristiana per l’impegnativo ruolo di Presidente della Provincia di Bari.

Alcuni figli benemeriti di casa Nostra: Santeramo, Padre Adolfo Porfido, dicembre 1992, p. 353
Nacque a Santeramo il 19 giugno 1933. Si sposò con Etta Divella da cui ebbe due figli.
Morì improvvisamente il 18 giugno 1987 sempre in Santeramo: i funerali furono imponentissimi e vi parteciparono moltissimi amici, stimatori, politici.
Si diplomò in scienze statistiche e fu insegnante di matematica.
Fu iscritto al partito della D.C. di Santeramo di cui fu Segretario politico. Dal 1970 fu consigliere comunale e dal dicembre 1976 al giugno 1980 fu sindaco di Santeramo.
La sua azione politica più incisiva si rivelò molto importante nel Consiglio Provinciale ove entrò nel 1980 come uno dei più eletti nel Collegio di Santeramo-Cassano.
Nel 1984, dopo una parentesi di quattro anni, la D.C. lo chiamò di nuovo e per la seconda volta Sindaco di Santeramo e come tale vi restò fino alle elezioni del Consiglio Provinciale del Giugno 1986.
In quelle elezioni il partito lo presentò sempre nel collegio di Santeramo-Cassano come candidato: fu eletto consigliere e successivamente ne divenne Presidente fino alla sua immatura e improvvisa morte.
Come Presidente del Consiglio Provinciale sostenne il suo ruolo con dignità, spirito di sacrificio, senza progetti velletari ma con consapevolezza costante di restituire all’Ente territoriale quella insostituibile fusione di programmazione e di accordo.
Si rivelò un politico dal senso pratico, uomo disponibile al servizio della collettività, qualità queste che gli vengono riconosciute da tutti, anche dagli avversari politici che hanno sempre apprezzato in lui l’opera instancabile, condotta in grande umiltà e con inesauribile entusiasmo.
Fu scelto un galantuomo, un uomo serio ed onesto… senza atteggiamenti plateali, con l’umiltà di chi è consapevole che occorre parlar poco e operare tanto… uomo mite e onesto

tratto e adattato da Alcuni figli benemeriti di casa Nostra: Santeramo, Padre Adolfo Porfido, dicembre 1992, p. 353

Morì il 18 giugno 1987 quando aveva raggiunto l’apice della sua attività politica. Di seguito riporto l’articolo pubblicato a seguito della sua scomparsa.

Gazzetta del Mezzogiorno del 20/06/1987, p. 15
Giuseppe Casone
Testimonianza di un uomo mite ed onesto

Se n’è andato silenziosamente. in punta di piedi, Giuseppe Casone, così come s’era affacciato alla vita politica ed alla guida di una delle istituzioni più “dibattute” del momento per via della tanto attesa legge di riforma degli enti locali.
Giuseppe Casone era giunto alla presidenza della Provincia quasi inaspettatamente, all’indomani delle elezioni amministrative del 1985 quando gli elettori del Barese andarono alle urne per rinnovare gran parte dei consigli comunali ed il consiglio provinciale. Nel “totopresidente” che precede ed accompagna ogni trattativa per la formazione delle nuove maggioranze, il suo nome non figurava quasi mai. Poi, alla, stretta finale, ecco affacciarsi una candidatura forse non prevista ma sulla quale tutti si trovarono subito d’accordo.
Era stato scelto un galantuomo, un uomo serio ed onesto, espressione tra le migliori di quella sana provincia che sotto la veste un pò paesana, nasconde una dose insospettabile di saggezza e di concretezza.
Peppino Casone aveva già avuto modo di farsi apprezzare per le sue doti di mediazione e di equilibrio già nella legislatura precedente, quando aveva ricoperto il ruolo di capogruppo della Dc. In tale veste aveva partecipato alla soluzione delle periodiche crisi di rapporto nell’ambito del pentapartito o per mettere a punto Il programma di attività della Provincia.
L’incarico di presidente non lo aveva colto impreparato. Casone conosceva abbastanza bene i meccanismi dell’amministrazione, aveva una buona esperienza per il suo passato di sindaco di Santeramo, aveva partecipato attivamente alla lunga fase di dibattito sulla legge di riforma delle autonomie locali, che riserva alla Provincia un ruolo nuovo, più attivo, un ruolo-cerniera tra Comune e Regione. Peppino Casone credeva nella “nuova” Provincia ed in questi anni ha lavorato sodo in seno al direttivo dell’Unione delle Province Italiane dove lascia tracce di un impegno che si è espresso sempre al massimo livello culturale ed operativo.
La legge di riforma stenta ad essere varata. Ma Casone, cosi come i suoi predecessori. alla. Provincia di Bari in questi anni ha lavorato come se la legge fosse operativa. Si è mosso. insieme alla giunta che presiedeva, nell’ottica e nella logica di una Provincia ente intermedio di programmazione e di coordinamento. Innumerevoli volte ha confidato a chi scrive la sua ansia, la sua preoccupazione perché la Provincia di Bari crescesse, affermasse sempre più concretamente la sua presenza nella collettività del Barese, recuperasse in pieno l’immagine che vicende non propriamente politiche avevano in un certo senso scalfito.
Ma sempre senza atteggiamenti plateali, con l’umiltà di chi è consapevole che occorre parlar poco ed operare tanto. Se n’è andato in silenzio. Un uomo mite e onesto. Un uomo al quale oggi la collettività, le forze politiche sociali ed imprenditoriali di Terra di Bari rendono omaggio con un pensiero di sincera graditudine.

Michele Cristallo

Al prof. Casone in consiglio subentra il dott. Giuseppe Percoco del collegio di Moffetta, primo dei non eletti nel gruppo democristiano.

tratto e adattato dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 20/06/1987, p. 15

In sua memoria Santeramo gli dedicherà il nuovo campo sportivo, fortemente voluto da Peppino Casone e inaugurato nel 1988 alla presenza del Ministro alla Protezione Civile Vito Lattanzio. Porta il suo nome anche un Centro Studi.

Nel 2007 venne tenuta una messa per ricordare la sua figura a 20 anni dalla sua scomparsa, e in questi giorni si fa lo stesso, con una messa celebrata martedì 20 giugno 2017 presso la Chiesa Sant’Erasmo. E nell’antistante Piazza Garibaldi un concerto eseguito dall’Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana di Bari ricorderà anche la guida a capo dell’istituzione musicale barese.

Fonti consultate

Gazzetta del Mezzogiorno del 20/06/1987, p. 15
Gazzetta del Mezzogiorno del 22/06/1988, p. 16
Alcuni figli benemeriti di casa Nostra: Santeramo, Padre Adolfo Porfido, dicembre 1992, p. 353
Peppino Casone. Le iniziative per celebrare il XX anniversario della scomparsa
, Franco Porfido, SanteramoLive.it, 18/06/2007, consultato il 19/06/2017
Peppino Casone: il ricordo commosso della città, SanteramoLive.it, 21/06/2007, consultato il 19/06/2017
Domani le celebrazioni del 30° anniversario della scomparsa di Peppino Casone, SanteramoLive.it, 19/06/2017, consultato il 19/06/2017

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