Non è forse uno dei personaggi illustri di Santeramo, ma di certo è stato il primo a volare.
Nacque il 13 febbraio 1889 da Francesco Torelli, bottegaro sessantenne, e Lucia Clemente.
Il 31 agosto 1912 ottenne il brevetto di volo fr. 988 ital. 165, e dopo dieci mesi, il 10/06/1913, conseguì il brevetto militare come Maresciallo di 4^ artiglieria.
Il mese seguente, il 30 luglio 1913 fu il sedicesimo italiano a guadagnarsi il Brevetto Superiore di pilota Aviatore pilotando un apparecchio Farman.
Può essere considerato uno dei pionieri dell’aviazione italiana, ai tempi di Gianni Caproni. In quegli anni la Fiat di Torino, oltre che automobili, costruiva anche aerei, meglio note come “macchine volanti”, ed è dall’azienda torinese che Torelli venne assunto come collaudatore. L’aspetto di Torelli rispecchiava l’immagine affascinante del pioniere di inizio secolo, con i suoi baffi, giacca in pelle e fodera in lana, caschetto di cuoio, occhialini rotondi e sciarpa.
Come produzione la Ditta in quell’epoca allestiva circa 100 apparecchi al mese e noi tre collaudatori avevamo un bel lavoro da svolgere.
Brack distribuiva il lavoro assegnandoci gli apparecchi che…
Durante la prima guerra mondiale il suo nome è riportato in una statistica del “Giornale d’Italia” del 04/07/1917 secondo la quale era riuscito ad abbattere un aeroplano austriaco.
Nel 1918 il suo nome compare nelle operazioni in vista del Raid aereo su Pola:
Dopo la sua carriera di collaudatore svolse l’incarico di istruttore della scuola di volo di Como. L’Aero Club, gestisce tuttora la scuola di volo per piloti di idrovolante più antica al mondo, oltre che unica in Europa. Torelli era stato chiamato fin dagli inizi alla scuola di volo da Gino Longatti, allora responsabile della gestione del Club.
Da parecchi anni a Como si sognava l’istituzione di un servizio aereo tra i comuni rivieraschi ma, senza una base operativa, il discorso era improponibile; mancavano poi anche i velivoli. Ora Como, grazie a chi ha sempre creduto nell’aviazione, si trova ad avere un Aero Club, un hangar quasi ultimato e cinque velivoli Breda 15 assegnati alla Squadriglia Aerea da Turismo. Perché non rispolverare l’idea di un collegamento tra Como e altri comuni del nostro lago? Il ragionier Longatti e il maggiore Torelli, da qualche mese “in pensione”, pensano seriamente che forse i tempi sono maturi, anche se è sempre meglio procedere a piccoli passi. Ai primi di luglio del 1933 il capitano Vittorio Bonomi, durante la seduta dell’assemblea dei soci, rassegna le dimissioni da presidente dell’Aero Club per potersi dedicare con maggior dedizione ai suoi studi sul volo a vela. L’onorevole Marcello Diaz, duca della Vittoria, chiama a ricoprire tale incarico, come commissario straordinario, proprio il capitano aviatore ragionier Gino Longatti.
Il maggiore Torelli, ora direttore dei voli civili dell’Aero Club, dato il suo maggior tempo libero, non avendo più la responsabilità dell’addestramento dei piloti della squadriglia, ha la possibilità di effettuare dei voli turistici sul lago portando le maggiori autorità cittadine, tra cui il podestà.
Sarà l’amore per il volo o qualche gita sui Breda 15, sta di fatto che quando il rag. Longatti e il magg. Torelli propongono di effettuare una sottoscrizione tra i Comuni rivieraschi, con una quota da versare all’Aero Club a titolo di incoraggiamento, per creare un servizio passeggeri sul lago, l’iniziativa ha successo. In una lettera ai podestà dei Comuni del lago, datata 18 luglio, il prefetto Mario Chiesa dà il nullaosta al versamento dei contributi di tali Comuni all’Aero Club anziché alla Società Incremento Turismo Aereo di Como che aveva finora gestito i voli turistici. Il servizio aereo può finalmente decollare.
Nel 1935 partì per Shangai, nell’ambito della Missione Aeronautica Italiana in Cina, andò ad istruire i giovani piloti del Generalissimo Chang Kai-Shek.
La missione realizzò non solo la formazione di molti piloti, ma anche la costruzione di aeroporti e infrastrutture, tra cui avveniristiche palazzine aeroportuali in stile razionalista.
Nella ripartizione delle attività ad ogni membro della Missione venne affidato un incarico preciso; il Capitano Enrico Gigerza fu nominato istruttore di elettrotecnica, di armi, tiro e navigazione aerea notturna; inoltre, ebbe l’incarico di pilota personale del Generalissimo avendo egli trasferito in volo in Cina il SIAI S.72, dono di Mussolini. Al Maggiore Vincenzo Napoli fu assegnata l’istruzione degli allievi all’organizzazione e al funzionamento dei servizi aeroportuali nonché la direzione del corso di Perfezionamento per gli Ufficiali piloti, mentre i Capitani Felice Torelli e Franco Martini ebbero l’incarico di dirigere la scuola di Pilotaggio di primo periodo.Ai Capitani Mario Aramu e Ferdinando Accardo fu dato l’incarico di addestrare i piloti da bombardamento aereo, mentre il Capitano Andrea Zotti fu destinato alla Scuola Caccia e il Capitano Carlo Unia venne inviato a Nanchino quale Capo Istruttore della Scuola di Osservazione Aerea. Al Maggiore commissario Francesco Leone fu affidato il compito di redigere i regolamenti amministrativi per la contabilità del denaro e per la gestione dei magazzini, sia ordinari che speciali, e al Capitano Gino Palmentola quello di organizzare e attivare il funzionamento dell’Ufficio Personale.
Conobbe anche Alberto Di Leone, il quale in un’intervista definì il Generale Pilota Felice Torelli come un suo “angelo custode“.
Opere
“Avventure di un pioniere dell’aviazione“, Felice Torelli, Gastaldi Editore, Milano, 1963
Fonti consultate
Pionieri dell’aviazione in Italia: 1908- 1914, Mario Cobianchi, Vaccari, 2009
I reparti dell’aviazione italiana nella grande guerra, Roberto Gentilli, Paolo Varriale, Aeronautica militare, Ufficio storico, 1999
Rivista aeronautica, Volume 47,Edizioni 9-12
Per veri appassionati delle “macchine volanti”, Traveller55, 2007
Ercole Biammi e la S.I.A., Cap. 4, Daniele Bressanelli
Dalla Cina a Como per studiare gli idrovolanti, Aero Club Como, 2011
L’Aero Club Como negli anni Trenta, Aero Club Como
Il know-how comasco ammara in Cina con gli idrovolanti, Angela Corengia
A long tradition of consultancy and leadership, The Seaplane Team
Altre fonti
La Missione Militare Aeronautica Italiana In Cina (1933), Olimpia de Mari, Tesi di Laurea in Lingue e Istituzioni Economiche e Giuridiche dell’Asia e dell’Africa Mediterranea, Università Ca’Foscari, Venezia, Anno Accademico 2012-2014