Contrada Talpullo

La Contrada Talpullo è una zona in agro di Santeramo che si trova a nord del centro abitato, poco dopo la stazione di servizio, sul lato ovest della Strada Provinciale 236 che conduce a Cassano delle Murge.

La pianta topografica, realizzata ad inizio 1856, rappresenta la proprietà appartenente a Riccardo De Luca. E’ interessante notare che si tratta di un territorio che fino al 1846 non era di competenza del comune di Santeramo ma apparteneva al confinante comune di Cassano delle Murge, da cui venne espropriato. Venne realizzata con il contributo di tre agrimensori: Mauro Boccasile, Nicola Vincenzo Intino e Salvatore de Toma.
Questo fondo Talpullo ha una estensione di 702″88′ moggia legali, una unità di misure delle superfici utilizzata nel Regno delle Due Sicilie di cui allora Santeramo faceva parte.

La pianta topografica è orientata in maniera errata rispetto al nord. La freccia che indica il nord, che siamo abituati a vedere rivolta verso l’alto, è rivolta verso il basso, e comunque facendo un confronto con le moderne cartografie si discosta di circa 80° rispetto al nord effettivo. Un errore grossolano per un agrimensore: una bussola può esser fallata ma il senso di orientamento di un agrimensore che si basa anche sulla posizione del sole difficilmente può sbagliare di tanto.

Le misure e gli angoli sono pressoché precise, differiscono solo leggermente rispetto alle moderne immagini satellitari.

Gli alberi sono posizionati in maniera precisa, non si tratta di una sola decorazione. Infatti un segno di spunta indica anche la presenza di alberi recisi.

Il confine in basso rappresenta l’attuale SP236, allora detta Strada che da Santeramo conduce a Cassano.
A sinistra vediamo l’attuale Via Talpullo, allora definita semplicemente “Strada interna“. Nell’angolo formato era presente una piscina, ovvero una costruzione adibita all’abbeveramento degli animali da pascolo.
Non fa parte della proprietà il Parco rimasto al signor De Luca, probabilmente padre o altro parente di Riccardo in cui vi erano due costruzioni.
In alto a sinistra c’è il confine irregolare con i suoli degli eredi di Nicola Perniola.
In alto il fondo è limitato dal Carraro di Gravascella, in cui si inserisce una zona ancora oggi ben distinguibile, di proprietà di Liutprando Contursi, il quale possedeva anche l’omonima masseria nelle vicinanze.
In alto a destra il fondo Talpullo confina con la masseria di Cettura di Valenzano.
La parte destra, corrispondente al nord effettivo, era già allora di competenza del comune di cassano, e quella zona in particolare apparteneva al Monte dei Poveri di Cassano.
Nell’angolo in basso a destra confina il suolo di proprietà di Domenico Cacciapaglia.

Di seguito un confronto della pianta (opportunamente ruotata e ridimensionata) affiancandola alle immagini satellitari.

La vegetazione di allora è stata in gran parte sostituita dagli alberi piantati in maniera regolare. E’ difficile dire se alcuni degli alberi disegnati allora siano ancora lì presenti, dovrebbero avere in tal caso 200 anni circa.

Possiamo notare che le strade che delimitano i confini del fondo sono rimaste le stesse, la realizzazione della SP236 ha regolarizzato il percorso a est. Mentre le tre strade che si inseriscono nel fondo sono recenti e hanno assunto un angolo diverso rispetto alla conformazione iniziale dei campi.

Nei pressi della Masseria Talpullo, in terreno privato attualmente di proprietà della famiglia Sette, si trova una grotta, denominata “Grotta Talpullo” oppure “Grotta del Capo” (codice PU_1028), che nel 2011 è stata accatastata dal Gruppo Puglia Grotte. Nella pianta del 1856 non venne indicata. Questa cavità naturale venne descritta con toni entusiastici da Pierino Locapo, il quale la conosceva da prima del 1997, quando ne parlò in una puntata della trasmissione “Tesori della Murgia” trasmessa dall’emittente locale T.R.C. condotta dal giornalista Franco Porfido. Non viene specificato in che anno esatto, ma Pierino Locapo raccontava di essersi calato nella grotta e averla battezzata come “Grotta del Capo“. Non essendo uno speleologo non potè completarne l’esplorazione, eppure, per quel poco che riuscì a vedere, la definì abbondando di campanilismo come “più bella di quella di Castellana”.
Per raggiungerla dalla SP236 in direzione nord occorre seguire un tratturo accanto a una quercia e a poca distanza dalla masseria bisogna continuare per 360 metri in direzione est, quindi girare in direzione nord-est e percorrere lungo il filare dell’uliveto altri 50 metri circa. La grotta si apre in piano con un cono detritico sotto una quercia. La quercia è visibile a distanza anche dalla strada. Essendo una grotta angusta è meglio non avventurarsi senza prima aver frequentato una opportuna formazione da speleologo.

Un piccolo fatto di cronaca ha portato di recente il nome della Contrada Talpullo alla ribalta. In un casolare venne ritrovata la statua in lega metallica di Sant’Erasmo rubata nella notte tra il 19 e il 20 maggio 2019.

Fonti consultate

Pianta topografica del fondo Talpullo appartenente al signor don Riccardo De Luca di Santeramo della estensione di moggia legali 702:88, che nel 1846 fu espropriato dal Comune di Cassano, Mauro Boccasile (agrimensore) Nicola Vincenzo Intino (agrimensore) Salvatore de Toma (agrimensore), Trani, 22/03/1856
Santeramo, ritrovata la statua di Sant’Erasmo: abbandonata in un casolare, Anna Larato, 22/05/2019
Cassano 1902: le agitazioni contadine e una morte misteriosa,

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