Carlo de Laurentiis (1775-1822), Filosofo e Giureconsulto

La famiglia De Laurentiis di Santeramo annovera diversi nomi illustri che si sono contraddistinti nei secoli scorsi, come ad esempio…

virgolette-aperteBiografia degli uomini illustri del Regno di Napoli ornata de' loro rispettivi ritratti

Nativo di Santeramo in terra di Bari, nacque il 17 maggio 1755 da Luigi de Laurentiis, e da Francesca Coccoli, nativa di Arpino. Fin dalla sua piccola età mostrò un intendimento non ordinario nelle belle lettere, e profittò in queste sommamente mentre era nella Provincia, sotto la direzione di Monsignor D. Andrea Vitelli, Vescovo di Putignano di lui zio. Venuto nella capitale [del Regno di Napoli, NdR] moltissimo s’interessarono nella di lui buona educazione i di lui zii materni D. Giovanni Coccoli, Abbate di sant’Angelo a Fasanelli, e Mons. D. Bartolomeo Coccoli, Vescovo di Montepeloso [l’attuale Irsina, NdR], e ben corrispose egli alle di loro sollecite cure, poichè apprese con impegno le scienze matematiche e filosofiche sotto i primari professori. Passò indi allo studio di Giurisprudenza sotto l’esimio Oronzio Fighera, dal quale fu sempre distinto per suo non ordinario talento, e continua occupazione. Compiuto il corso scolastico fu con piacere ricevuto nello studio pratico dall’illustre D. Costantino Melillo, Primario avvocato allora, morto consigliere della suprema Corte di Giustizia. Meritò la costui affezione, e confidenza, nonostante la giovanile età, e fu posto a parte degli affari di grande importanza delle primarie famiglie di questo regno, e di Sicilia, che dal sig. Melillo si trattavano. Mentre però il De Laurentiis progrediva con applausi nella carriera del foro, non lasciò profondamente occuparsi sul diritto pubblico, e godè a tal uopo l’amicizia degli illustri Pagano, Conforti ed altri. Non contento poi di versarsi nella materia civile del foro, volle anche occuparsi a quella criminale. Nelle sue allegazioni così in materie civili che criminali spesso egli discuter soleva la ragione dei suoi clienti con viste profonde, deducendole dal diritto pubblico per determinale favorevolmente l’animo dei Giudici in quei tempi, in cui le leggi non abbastanza chiare davano a questi molta latitudine a giudicare, spesso con mal intese interpretazioni. I suoi ragionamenti in alcuni punti di Giurisprudenza così civile, che criminale sparsi nelle sue dotte allegazioni furono allora presi per modello da molti dei suoi coetanei, che lo animarono a farne una compilazione distinta, a cui volentieri si accinse: ma prima di pubblicarla con altri molti suoi manoscritti, perì nelle vicende rivoluzionarie del 1799.

Filiazioni de'Rei di Stato Condannati dalla Suprema Giunta di Stato, e da' Visitatori Generali, in vita, e a tempo ad essere asportati da' Reali Dominj. Napoli, 1800
Filiazioni de’Rei di Stato Condannati dalla Suprema Giunta di Stato, e da’ Visitatori Generali, in vita, e a tempo ad essere asportati da’ Reali Dominj. Napoli, 1800

Con questo corredo di cognizioni, e senza altro appoggio, qual Simonide, passò nelle Regioni al di là delle Alpi. Queste sue cognizioni nel diritto pubblico lo fecero ben distinguere nelle principali Città Oltramontane, facendoli acquistare una ben dovuta riputazione. In tale dimora ben s’istruì egli nella nuova Legislazione dei Francesi, per cui sotto la militare occupazione fu chiamato al delicato uffizio di Giudice del Tribunale straordinario per le tre Provincie degli Abruzzi, e quindi promosso a Regio Procuratore del Tribunale Civile in Cosenza. In questi uffizi potè, il De Laurentiis, mostrare al pubblico la sua profonda intelligenza nella novella Legislazione, anzi molto contribuì in vari punti alla conveniente modificazione della medesima in questo Regno [di Napoli, NdR], specialmente nella delicata parte della Ragion Criminale.

Carlo de Laurentiis nel 1806 è nominato Giudice
Collezione delle leggi e decreti emanati nelle provincie continentali dell’Italia meridionale. 1806

La sua illibatezza, ed il suo carattere fermo al proprio dovere lo fecero sovente trovare in opposizione con altre primarie Autorità cadute in errori nei limiti della rispettiva giurisdizione, ma sempre ne restò vincitore, perchè assai dotto nel nuovo diritto, e giammai si allontanò dal sentiero del giusto nelle sue intraprese. A sua dimanda, stanco di gravi fatiche, ed attaccato da gotta cercar volle la carica di Presidente, invece di quella di Procurator Regio, nella Gran Corte Criminale, e con tal carattere sedè nella detta Corte di Lucera. Nel breve periodo di tempo, che esercitò questa difficile carica non tralasciò egli farsi eziandio ammirare nella Provincia di Capitanata per gli suoi talenti, e per la delicata condotta, che devesi tenere dai magistrati criminali nello scovrimento del vero, onde evitare che l’innocente non rimanga oppresso, ed il reo sfugga la dovuta pena.

Carlo de Laurentiis
Carlo de Laurentiis

Fu quindi il De Laurentiis promosso per gli suoi notabili meriti del sapere, e della sua integrità a Giudice della Gran Corte di appello residente prima in Altamura, e quindi in Trani.

Abbenchè introdotte si fossero le nuove leggi, di cui egli n’era già profondamente istruito, non lasciava mai, specialmente funzionando da relatore delle cause nella Gran Corte Civile, mostrare la loro dipendenza da quelle Romane, anzi l’uniformità, salve le modificazioni necessarie alla differenza dei tempi, vale a dire dei costumi attuali. Quindi è che nello sviluppo delle differenti discussioni non si atteneva alle nude parole delle leggi, ma da profondo Giureconsulto, qual era, al fine ed ai motivi, che determinato avevano il Legislatore a sanzionar quella legge, rivolgeva tutta la sua attenzione. Ben comprendendo che il vero Giureconsulto deve avere un’idea chiara e precisa dell’istoria dei quel popolo, le di cui leggi devonsi interpretare; derivando soventi volte dall’ignoranza di quella, le mal adattate interpretazioni, che si danno ad alcune leggi.

Se luminosa e saggia fu la condotta pubblica del De Laurentiis, molto più fu quella privata. Contrasse matrimonio con la nobil donna Maria Melodia, da cui ebbe l’unico figlio per nome Luigi De Laurentiis. Nella costui tenera età giornalmente occupavasi ad instillare nel di lui cuore i sentimenti della più pura morale, e le sacrosante massime della nostra Religione. Degna occupazione di un padre veramente amoroso, e che sempre più cara, e stabile rende la di lui memoria.

Fu egli franco, e leale con gli amici, sincero con tutti, di cuor generoso verso gli infelici, rispettoso coi superiori, benevolo coi subalterni, cortese nel conversare; nè mai in lui apparve ombra di superbia, o di malevolenza.

Carlo de Laurentiis - Atto di Morte
Carlo de Laurentiis – Atto di Morte

La verità era sempre sulle sue labbra, nè idea di ricchezze, o di onore lo faceva da quella rimuovere. Da molti veniva consigliato in privati affari, e soddisfatti ne rimanevano. Molte fiate, scelto spontaneamente per arbitro dalle parti litiganti, decise le liti le più acerbe, ed inveterate: ma quel che recava più stupore è, che sia il vinto che il vincitore pacificamente ritornavano a casa dietro il suo arbitramento.

Intanto mentre il De Laurentiis giunto era alla placida contentezza senile, e stava per godere dei vantaggiosi effetti dei suoi lunghi e penosissimi travagli, la morte con un colpo apoplettico nel dì 6 luglio 1822 [a Montecalvario, Napoli, NdR] tolse improvvisamente alla moglie l’amato consorte, al figlio il padre affettuoso, ai miseri il protettore, ai letterati il collega più assiduo, agli amici l’amico fedele e leale, ed al pubblico l’uomo saggio e filantropo.

Se lo spargere delle lacrime per gli estinti è un attestato di riconoscenza, assai furono quelle che gli amici tutti, ed i parenti del De Laurentiis sparsero nella di lui perdita, e furono certamente il sincero attestato del di lui merito, che ben lo contraddistinse nella società.

Conte Francesco Viti

tratto e adattato da “Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli ornata de’ loro rispettivi ritratti“. Tomo IV, Nicola Gervasi, Napoli, 1817, p. 46-49

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Ho arricchito la biografia di Carlo de Laurentiis redatta da suo nipote, il Conte Francesco Viti, con altre citazioni da documenti che riguardano una sua condanna conseguente alle vicende rivoluzionarie del 1799 e la sua nomina a giudice nel 1806. L’albero genealogico che ne deriva è il seguente, in cui sono da sottolineare le parentele con i due vescovi Coccoli.

Famiglia de Laurentiis - Melodia
Famiglia de Laurentiis – Melodia

In alcune pubblicazioni è citato come Carlo de Laurentis, con una sola “i”. A seguito dei tumulti del 1799 il suo patrimonio terriero venne posto sotto sequestro ed era compreso tra 500 e 1000 ettari. Tale dato è stato individuato da quanto riportato nei catasti provvisori redatti negli ultimi anni del governo murattiano.

Opere

Riflessioni per facilitare il commercio interno al Governo Provvisorio della Repubblica Napoletana“, Carlo de Laurentiis, Napoli, [s.e.], 29 Ventoso anno 7 Repubblicano, 1799, cm. 20, p.28

Libertà Euguaglianza. In difesa dei diritti dell’Uomo contro le prestazioni Feudali“, Carlo de Laurentiis, Napoli, [s.e.], 16 Ventoso anno 7 Repubblicano, cm. 20, p.12

Libertà Eguaglianza. Riflessioni, che si presentano ai Legislatori del Governo Provvisorio della Repubblica Napoletana contro i dritti della feudalità“, Carlo de Laurentiis, Napoli, 3. Ventoso Anno primo della Repubblica Napoletana. 1799. Saggio Monografico

“L’occupazione militare francese e la repubblica partenopea negli Abruzzi (1798-1799)”, Carlo de Laurentiis, in La Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arte, anno XII, fasc. VI, Giugno 1897. p. 244.

Fonti consultate

Patrioti e insorgenti in provincia: il 1799 in terra di Bari e BasilicataAngelo Massafra, Edipuglia srl, 2002, p. 267.
Risparmio e credito a Santeramo in Colle, Vito Tangorra, Grafica Safra, Bari, 1977, p. 15-20

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