Bartolomeo Paradiso, l’artista sui quotidiani dell’epoca

Santeramo è la città di Francesco Netti, il pittore ottocentesco nato nel nostro paese. Ma oltre lui abbiamo avuto altri artisti che si sono contraddistinti. Uno di questi è Bartolomeo Paradiso. In questa pagina ho cercato di raccogliere gli articoli apparsi sui vari quotidiani mentre era ancora in vita, fino al 1971 quando morì a Bisceglie, senza dilungarmi sulla sua biografia, già ampiamente documentata.
Il secondo riferimento giornalistico che sono riuscito a trovare descrive la visita di Paolo Boselli, futuro Presidente del Consiglio durante la Grande Guerra, ad una mostra d’arte a Bari, in cui Bartolomeo Paradiso esponeva con altri allievi. L’anno successivo abbiamo una minuziosa descrizione dell’effetto suscitato da una sua opera, ed era poco più che ventenne. Bartolomeo Paradiso viene citato anche tra i membri della Società Mutuo Soccorso Francesco Netti, a cui dedicherò un articolo in un secondo momento.

Famiglia Paradiso - Ruck
Famiglia Paradiso – Ruck

Altra particolarità riguarda i nomi del figlio Hero Paradiso e della nipote Resia Paradiso. Bartolomeo Paradiso chiama il figlio Hero dopo un avvenimento particolare avvenuto a New York, ma c’è da notare anche l’assonanza del nome Hero a quello dello zio di Bartolomeo, ovvero Erasmo Paradiso. Ed inoltre la nipote Resia non è altro che la contrazione di Theresia, moglie di Bartolomeo. Ma forse è solo una coincidenza…

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Nella mostra artistica

[…] Il visitatore ad un tratto, continuando il suo giro, si sofferma dinanzi ad una larga esposizione di pastelli che fa il signor Bartolomeo Paradiso, un giovinotto d’ingegno, cui il lavoro assiduo potrà aprire un lieto avvenire.
Con questi pastelli, il signor Paradiso presenta alcuni studi di figura, eseguiti con precisione, studii varii, di teste specialmente, di teste di giovani, di vecchi, di uomini e di donne; e fra questi anche qualche nudo, l’arte, cioè, più difficile, perchè, come diceva Benvenuto Cellini, dipingere o disegnare un uomo o una donna, nudi, ecco l’arte unica e vera.
Fra questi lavori di pennello o di pastello, altri ve ne sono, eseguiti a penna, con una cura più paziente ancora, e ne hanno esposti i signori Leonardo Guagnano, Antonio Baldino e Vincenzo Carli […]

tratto e adattato da Corriere delle Puglie del 08/09/1900, p. 2

L’on. Boselli a Bari

[…] Alle ore 14. l’on. Paolo Boselli accompagnato dal prefetto comm,. Nanni Seta, del com. Bottalico, e del comm. Pizzorni si portò a visitare la Mostra Artistica, dove fu ricevuto dall’Ufficio di Presidenza e dal Comitato.
L’on. Boselli accompagnato dal cav. Luigi Netti, vice presidente della Mostra Artistica, girò le sale di quella mostra tutto esaminando attentamente e mostrandosi gran conoscitore di arti belle.
Ammirò molto il reparto de Napoli interessandosi dei suoi dipinti ed encomiando il Municipio di Terlizzi che aveva formato una pinacoteca delle opere dell’illustre pittore.
Si fermò a lungo dinanzi al reparto Netti dal quale non si sapeva distaccare, specialmente dal quadro “I mietitori” di cui ammirò l’effetto indovinatissimo. Ricordò la vita da lui passata a Parigi con l’illustre pittore di Santeramo e la grande amicizia che allo stesso lo legava. Parlò molto della sua immensa modestia e del suo immenso valore e raccontò parecchi aneddoti sulla stia vita.
Ammirò gli altri quadri, fermandosi specialmente dinanzi a quelli di dell’Erba, Pastina, Crescenzio, Casciaro, De Stefano, Scorrano, e Galiani, il quale ultimo molto encomiò anche per la sua scuola che ha prodotto allievi come la sig.na Pizzorni, Baschieri e Bartolomeo Paradiso.
Si è compiaciuto dello stupendo quadro di Armenise, verso di cui ha mostrato tutto il suo entusiasmo, facendo anche lui voti che quell’opera d’arte sia conservata a Bari.
Ha esaminato tutto con la massima attenzione, fino alle mostre tipografiche e fotografiche. Ebbe parole di alto encomio con Boccianti e finalmente con Laricchiuta che, onorato della medaglia d’oro all’esposizione di Parigi, soddisfa l’amor proprio non solamente di Bari ma di tutta Italia.
Anche per i lavori delle signorine l’on. Boselli ebbe parole assai gentili e lusinghiere.
Dopo si passò nella sala dei Comitati., dove fu servita dell’ottima birra.
L’on. Boselli brindò ancora una volta al gran successo delle Mostre, avendo parole di alto encomio pel presidente De Tullio, per tutto il Comitato e per questa generosa ed attiva regione di Puglia.
L’on. Boselli si sottoscrisse infine per cinque azioni al sorteggio delle opere d’arte.
Alle ore 15 fece ritorno all’Hotel Cavour. […]

tratto e adattato da Corriere delle Puglie del 30/09/1900, p. 2

Al Consiglio Provinciale

Raccomandiamo ancora una volta al nostro Consiglio Provinciale d’incoraggiare con una borsa, e magari anche un sussidio, il giovane artista Bartolomeo Paradiso, i cui studi hanno suscitato tanta ammirazione alla nostra Mostra artistica.

tratto e adattato da Don Ferrante, 20/10/1900, p. 3

Un giovane pugliese che si fa onore

II nostro Maselli ci manda da Roma:
Dall’Istituto di Belle arti, è stato testé licenziato col massimo dei voti Bartolomeo Paradiso, da Santeramo in Colle, giovane serio e colto, al quale sorride un lieto avvenire.
II suo spirito artistico si è affermato in una testa di Cristo, molto ammirata recentemente nell’esposizione di Roma.
I critici vi hanno riscontralo un pregevole lavoro. La stampa tutta ha espresso in proposito giudizi lusinghieri.
In vero, il suo Cristo, pur richiamando alla mente le concezioni classiche della nostra pittura, rispecchia, nei riguardi intellettuali ed artistici, l’anima moderna alla ricerca del vero. Se la purezza delle linee e la morbidezza della pennellata, rivelano la maniera de l’arte pittorica dell’autore, l’espressione indovinata e la naturalezza del colorito, fanno ricevere il grande filosofo.
Sono quindi lieto di poter tributare una parola di lode e d’incoraggiamento ad un nostro conterraneo, che, giovanissimo, ha saputo comprendere la vera missione dell’arte moderna.

tratto e adattato da Corriere delle Puglie del 14/07/1901, p. 2

Lutto e miseria

Correa co’ freschi venti il suo pensiero
Dell’anno e dell’età nel dolce aprile!

E Ia morte é tornata ancora a battere al casolare: questa volta I’inesorabile visitatrice ha reciso il fiore gentile che rallegrava li povero tugurio, la giovinetta diciottenne che fino a ieri era stata la gioia e il conforto dei vecchi nonni.
E’ morta a l’alba: è rimasta supina con la testa appoggiata sui guanciali, senza federe, su quel misero giaciglio sorretto da due cavalletti di legno. Poco prima sono venute le amiche e i parenti a vederla per l’ultima volta, ma nessuno di loro ha pensato di gettare su quel cadavere un flore. La miseria non ha di queste sentimentalità! E ora la famigliuola, affranta dal dolore e dalla stanchezza, siede attorno al cadavere raccolta e silenziosa come presa da un doloroso stupore. La sorella, che mezza riversa sull’estinta, posa una mano sul braccio di lei, sembra voler ancora trattenere sulla terra con la potenza del suo affetto; il nonno, ai piedi del giaciglio, in un dolore muto, bacia i piedi della nipote, inconscio ritorna alle carezze che soleva prodigarle negli anni dell’infanzia. Ma come caldi e pieni di vita allora quei piedini che gli sgusciavano dalle mani come due uccelletti irrequieti, e come freddi e rigidi adesso! La nonna reclinata la testa sul petto, non piange, ma stringe a sè l’ultima nipotina e nella piega amara della bocca sembra dire: perchè rimango io quaggiù? Addossato al muro un ragazzetto piange silenziosamente col capo reclinato sulle braccia, pensando che fra poco gli porteranno via per sempre la sorella che aveva così teneramente supplito ai genitori immaturamente perduti.
Attorno, miseria e squallore.
Alle pareti affumicate i segni di quadri che furono venduti forse per pochi soldi; uno stipo spalancato mostra che dentro non vi e più nulla. Il focolare è spento. Sul pavimento di pietre sconnesse emergono quelle dolorose figure e il misero letto mortuario.
Miseria, squallore e morte!

Questo è il soggetto pietoso del quadro che espone, nel negozio di Amoruso al Corso, un giovane artista di Santeramo, Bartolomeo Paradiso. Egli è già noto a Bari per il premio riportato l’anno scorso alla Mostra Provinciale, per lavori, che riscossero il plauso di tutti. ll Paradiso è degno allievo dell’esimio professore Michele Galiani, che tanto decora l’arte pugliese.
Il giovane artista, forte per dei suoi ideali e superando le più dure difficoltà della vita – pur troppo egli è in condizioni finanziarie tristissime! – si recò a Roma ove ha ultimamente compiuto con onore alla Accademia di Belle Arti, il primo corso di perfezionamento e dove tra gli altri lavori ha portato a compimento la bellissima testa del Cristo, che riscosse gli elogi unanimi della stampa italiana e di cui in particolare si occupò la Gazzetta di Belle Arti, dicendolo di stile puramente classico arieggiante alla maniera a del Correggio. Potrà egli frequentare ancora la accademia? Certamente no se il Consiglio provinciale non verrà in suo aiuto. Noi siamo certi che ora che si é ripristinata la borsa di studi artistici, sarà per quest’anno assegnata a Bartolomeo Paradiso, al quale l’avvenire artistico già arride luminoso.
Bari il 5 novembre 1901.
N. G.

tratto e adattato da Corriere delle Puglie del 06/11/1901, N.G., p. 2

Comprovinciali all’estero

Nella cronaca del Corriere ci siamo spesso occupati del signor Bartolomeo Paradiso, questo nostro giovine comprovinciale, poiché egli è noto a Santeramo, il quale cammina sicuro e di passo fermo per le ardue vie dell’arte.
Ce ne siamo occupati ultimamente, a proposito di una scoperta da lui fatta in Dalmazia di un autentico Tiziano.
Già da tempo, giornali artistici come La Gazzetta degli artisti di Roma, segnalavano questo valoroso giovane come una delle migliori speranza dell’arte pittorica contemporanea.
I migliori giornali di Vienna – ove il Paradiso ha ora lo studio – come la Freie Presse, la Zeit, il Wiener Togeblat segnalano con atte parole di lode e di encomio l’opera di questo nostro giovine comprovinciale.
Alle quali lodi, noi di cuore uniamo le nostre, certi che il Paradiso saprà all’estero sempre più e sempre meglio fare onore all’arte italiana.

tratto e adattato da Corriere delle Puglie del 30/12/1907, p. 2

Il giro artistico di Corrado Ricci
Alla mostra Paradiso

Dalla Cattedrale Corrado Ricci si è recato a visitare la esposizione collettiva di quadri che il pittore Bartolomeo Paradiso di Santeramo ha aperto al Corso Vittorio, a beneficio dell’Ospedaletto dei bambini poveri.
La mostra del pittore pugliese comprende una ventina di lavori fra quadri e studi.
Il Paradiso ha una tecnica sua speciale, e le magnifiche e belle visioni che gli splendono dinanzi la luce degli occhi egli ritrae con un suo metodo personale, sostituendo cioè al pennello la punta della paletta, con la quale afferra, imprime il colore sulla tele, raggruppandolo, sfumandolo, ritraendo dalla fusione delle tinte quegli effetti che sono poi sulla tela l’impressione che l’artista ha ricevuto nell’anima.
Cosi, in questa mostra ci sono da ammirare parecchi pregevoli paesaggi; per lo più marine rocciose, che il Paradiso ha ottenuto impressionandosi alla meravigliosa grotta Palazzese, di Polignano a mare: i paesaggi marini e alcuni paesaggi architettonici dàlmati sono fra le cose migliori di questo nostro artista.

tratto e adattato da Corriere delle Puglie del 25/04/1908, p. 1

Bartolomeo Paradiso

Il valoroso artista Bartolomeo Paradiso, che tante patriottiche affermazioni ha conquistate, ne aggiunge ancora un’altra. Egli lavora con intelletto d’amore a completare una gran tela che rappresenta una scena dal vero sul campo, ove protagonista è la dama infermiera, che soccorre i poveri feriti.
Il medesimo Paradiso ha fatto un bellissimo ritratto al nostro direttore, esposto nelle eleganti vetrine di Nicola Tota, padre fortunato dell’artista Riccardo Tota, che si perfeziona a Roma.

tratto e adattato da L’idea, 25/12/1916, p. 4

Al circolo amatori e cultori d’arte
Un pittore della campagna pugliese: B. Paradiso

Di Bartolomeo Paradiso abbiamo parlato a lungo, delineando la sua figura d’artista, l’anno scorso, durante la prima Biennale Meridionale.
E un pittore crepuscolare: la sua arte è innestata e saldamente inserita a tutto il movimento spirituale che nella storia della letteratura è stato definito appunto crepuscolare. E certo le tele di questo pittore pugliese non possono non far pensare a qualche lirica tutta raccolta di un Guido Gozzano:
Tra bande verdigialle d’innumeri ginestre la bella strada alpestre scendeva nella valle
Oppure:
Non vero (e bello) come in uno smalto a zone quadre apparve  il Canavese: la serra dritta, gli alberi, le chiese.
Ma senz’amarezza. Questa pittura dl Paradiso ha un fondo tutto chiaro, quasi vergiliano: ogni cosa par guardata da un occhio vergine.
E in questo la sua arte differisce di molto da quella di Francesco Romano.
Bartolomeo Paradiso 2La campagna pugliese. Bisogna guardarla e sentirla con animo di poeta. Bisogna sentirne tutto tormentoso e gaudioso fascino, coglierne gli aspetti, più con animo di poeta che con puro spirito di esteta.
La nostra pianura, la nostra bella dolce melanconica pianura. bisogna sentirla e amarla, amarla e soffrirla. Lunga, sconfinata, coi campi d’oro di messi in estate, con le immense distese di olivi che spandono una nota di melanconia, coi suoi casolari: bianchi come dispersi e abbandonati: amarla, amarla questa campagna di Puglia con spirito francescano; sentirla questa poesia sottile di lontananza e d’abbandono!
Francesco Romano fu il poeta della nostra campagna, fu il lirico costruttore della nostra pianura. I suoi quadri più che pezzi magistrali di pittura, erano inni, erano canti: era poesia ogni sua tela: poesia dolcissima ed elegiaca.
Quelle vaste sconfinate distese di campi sotto iI sole di luglio. quei casolari dispersi, quelle sagome stecchite e cineree d’alberi sotto un cielo plumbleo di novembre: è tutta la campagna di Puglia, è tutta la Puglia con le sua poesia gaudiosa e tormentosa che vive in queste tele, è tutta la nostra anima malata di lontananza che spande il suo riflesso in queste visioni.

Visione della campagna pugliese
Visione della campagna pugliese

Bartolomeo Paradiso, come abbiamo detto, trae la sua arte da uno stato d’animo assai differente di quello del Romano. E’ differente tecnica e differente senso del colore.
Il Paradiso coglie la campagna pugliese in un suo aspetto di desolata serenità.
Queste: Visioni della Murgia esposte al Circolo Amatori e Cultori d’Arte fermono questi aspetti di serenità malata.
Gli è che Bartolomeo Paradiso, come tutti gli artisti, non può sottrarsi a quelli che sono i dettami che ogni epoca impone; non può sottrarsi a tutto ciò che costituisce lo spirito istesso del tempo.
E allora tu senti quest’ansia, questa febbre di salire, di spezzare le catene che tengono avvinte tutte le forze: e tutta l’anima è protesa per il volo, ma il corpo è affondato tuttora saldamente in terra. E da questo contrasto sorge Il tormentoso dissidio, o meglio, s’esplica questa serenità malata che è in tutte le opere d’arte del nostri giorni.
Paradiso non guarda la nostra campagna in tutta la sua potenza espressiva: per lui l’immensa pianura assolata e desolata, i filari interminabili di olivi sotto il cielo plumbeo di novembre non hanno una potenza di cupo, grande, dolore come in Romano e come raramente in Castellaneta. La sua è una sensibilità diversa. E vede il paesaggio attraverso quello che in esso v’è di limpido e sereno e di “pittorico”.
Un sorriso uguale e dolce ma che muore spesso in un singhiozzo. Egli è riuscito a fermare un aspetto della campagna di Puglia: quell’aspetto tutto aureolato di melanconia. Quei paesaggi limpidi, ariosi, luminosi, ma soli, tristemente soli, come abbandonati.
Visioni della Murgia: casolari tutti bianchi, eremi abbandonati, culmini digradanti dolcemente. V’è qualche cosa in queste tele di luminoso, che non è la primavera, ma il settembre inoltrato, l’autunno. E vien fatto di pensare a una immagine dannunziana: l’autunno sorride come un malato che sa di dover morire, ma che non vorrebbe, e che centellina le sue ore ultime con sottile voluttà, con straziante gaudio.
La tecnica. Anche nella tecnica pochissimi punti di contatto o nessuno fra Il Romano e il Paradiso. E questo è merito non trascurabile per un pittore della campagna pugliese: seguire una via propria e non calcare le orme dl chi fu l’illustratore e il poeta di questa campagna, denota una personalità artistica. Un tocco sottile sottile, ma non fotografico, e una aereosità in ogni tela, una aereosità e una vaporosità che avvolge il paesaggio come in una sfera di lontananza e d’abbandono. V’è qualche riflesso di tramonto, che è cosa degna di un grande pittore.
Ma le cose sue migliori sono i piccoli quadretti: sono come attimi di Poesia fissati sulla tela. Epperciò che noi pensiamo che il Paradiso non dovrebbe forzare mai la sua ispirazione. Chè i suoi momenti migliori so no appunto quelli dei momenti di poesia.
Ecco, e la nostra campagna avrà un nuovo cantore, la nostra bella melanconica campagna avrà un nuovo poeta. E Bartolomeo Paradiso non si fermerà: ha percorso lunghe lunghissime vie animato sempre dal suo spirito sereno: percorrerà fidente le altre tappe per raggiungere la meta.
Spirito raccolto e sorridente di francescano egli s’è rintanato nella sua Santeramo e non cessa mai di lavorare, e non cessa mai di affinare la sua sensibilità.
E nelle sue tele aleggia quella serenità estatica e religiosa che è nei migliori canti del Poverello d’Assisi.

tratto e adattato da La Gazzetta di Puglia del 20/06/1925, p. 4

Uno sguardo alla mostra
I padiglioni pugliesi

ROMA, 10. (A.C.) […] Molto ammirato è stato un suggestivo pannello ad olio, opera pregevole del valoroso pittore Bartolomeo Paradiso di Santeramo. Esso riproduce una scena di mietitura ai piedi delle Murge. E’ una visione suggestiva della grandiosa cantica “Il riposo in mietitura” dell’indimenticabile Francesco Netti.
In mezzo ad un campo di grano già mietuto vi è un mietitore ritto In piedi che beve In un mastello, mentre più lontano un gruppo di mietitori è intento al faticoso lavoro. In fondo le Murge. Su tutta la scena signoreggia in lontananza il glorioso Caste! del Monte.
Il pannello, della lunghezza di quattro metri, è circondato da altri quadri del Paradiso, in cui palpita la vita rurale della nostra Murgia. […]

tratto e adattato da La Gazzetta di Puglia del 11/10/1927, p. 2

La parola del Duce alla Mostra del Grano e l’avvenire agricolo della Capitanata

FOGGIA, 15.
Abbiamo avuto il piacere di incontrare nella elegante sede della Cattedra Ambulante di Agricoltura l’illustre e benemerito Direttore di essa prof. Viscardo Montanari, una delle più spiccate personalità del mondo tecnico agricolo d’Italia, e lo abbiamo trovato veramente e meritatamente raggiante […] – Quale Impressione ha fatto la Puglia alla Mostra del Grano?
– Migliore non poteva essere. La Puglia, anche In questo campo, ha mantenuto la sua posizione di avanguardia, e ciò non è poco quando si consideri le tristi condizioni irrigue delle sue terre. In complesso la Mostra frumentaria pugliese rappresenta un grande ed eroico sforzo, una dura conquista, una decisa volontà come sempre di vincere.
Essa può dirsi veramente riuscitissima sia per la qualità dei grani, sia per la sicura documentazione del magnifico prodotto, sia per la decorazione che, nel tocco magistrale del pennello, attraverso le magnifiche tele e le ceramiche, riproduce il bel sole ardente e l’azzurro sereno del cielo di Puglia. Infatti se meravigliosi sono i grani esposti, ancor meravigliosi sono il pannello ad olio di Bartolomeo Paradiso di Santeramo, il gran quadro centrale e le coppe di stile antico con figure mitologiche dipinte, nella seziono barese. Così il trittico grandioso del pittore Bea e le coppe di terracotta di stile etrusca, riproduzione di quelle ritrovate in scavi del comune di Ascoli Satriano, nella sezione di Capitanata, e i tre pannelli di ceramica della fabbrica di Grottaglie nella sezione tarantina; il magnifico bassorilievo del Diano, gli artistici cestini di vimini nella sezione leccese e il bellissimo pannello del Pennetta e le maioliche decorate nella sezione brindisina; opere di arte veramente pregevoli di valore e di stile e che mostrano la fecondità meravigliosa del genio di Puglia, che sa inquadrare in una mirabile cornice di arte l’umile ma grande e fecondo lavoro del contadino.

tratto e adattato da La Gazzetta di Puglia del 16/10/1927, p. 6

Le mostre dei pittori Paradiso al Circolo Artistico

[…] Accanto a questa Mostra Didattica cui danno una dolce nota di ingenuità nove quadretti di Jolanda Paradiso – altra giovane pittrice presa dalle influenze paterne – sono 65 quadri. di Bartolomeo Paradiso che un pellegrinare annoso attraverso le più varie contrade l’Europa ha dotato di eccezionali facoltà pittoriche.
In questi quadri si vede l’artista ebro delle tinte e dei sapori della nostra Puglia ventilata e vitifera: egli cerca negli elementi naturali i più vivi contrasti e li rappresenta con una semplicità straordinaria di mezzi. Cosi passa, dall’analisi minuta di soggetti agresti e contadineschi studiati nei loro più tipici ed espressivi atteggiamenti a visioni sintetiche che non mancano di contenuto lirico e danno una vigorosa immediata sensazione di vita.
Alla prima categoria appartengono le tele che riproducono curiose figure delle nostre campagne, alla seconda quelle che riproducono movimenti dl folle nella nostre piazze inondate di sole.
Di fronte a queste tele si sente che il nostro pittore ha sacrificalo quasi sempre alta luminosità ed al colore ogni altra ragione estetica. Questa pittura quindi, sia quando riproduce gli aspetti pittoreschi della Murgia di Santeramo ovvero della riviera di Polignano, sia quando s’alleggerisce in motivi eminentemente paesani è legala ad una tendenza luminista che fa… colpo sulla pupilla e che è qualità personalissima dell’autore.
La flessuosità dei toni e la violenza dei rapporti realistici predominanti su ogni altra qualità d’ordine intellettuale è la facoltà originaria di questo pittore, facoltà che pare si sia sviluppata senza sforzo e con evidente uniformità.
In linea formale le sue espressioni contengono un significato che non è convenzionale ma che si sostanzia più di sensualità che di spiritualità.
Guardate !rifatti i dolci declivi delle nostre colline, guardate le casette bianche e soleggiate della nativa Santeramo, i tralci di vite festosi ed espansivi come quelli dei pittori settecenteschi, gli splendenti covoni di grano, le opalescenze di sfondi azzurrognoli, i verdi accesi dei prati primaverili; e vi parrà di sentire un cantar dipinto mantenuto su tonalità maggiori da una ebbrezza di luce e di tinte in cui c’è un quid che può dispiacere e piacere a secondo delle affinità elettive o degli automatici contrasti fra le condizioni dell’artista e l’anima dell’osservatore, ma che rappresenta certamente un modo speciale personale di sentire l’universo, ma che manifesta un’intenzione appartenente all’arte.
E ciò non è poca cosa per un’artista che vive una sua patriarcale esistenza lontano dai rumori stordenti delle grandi prove novecentiste ed attinge sani motivi d’ispirazione dalla madre Terra generosa è forte.

tratto e adattato da La Gazzetta di Puglia del 13/09/1928, mas, p. 4

La Mostra Regionale di pittura e d scultura del Sindacato Pugliese delle Belle Arti

Dicemmo nell’altra nostra nota che la Mostra regionale delle Belle Arti aveva raggiunto compiutamente gli scopi per cui era stata organizzata. Il concorso degli artisti noti ed ignorati è stato infatti rilevante.
Ben 800 opere di pittura, di scultura e di bianco e nero sono state presentate al vaglio della commissione giudicatrice. Di queste 800 opere 400 sono state ritenute degne di figurare nella mostra.
Fra gli espositori abbiamo ritrovato tutti gli assidui del Circolo Artistico, molti dei quali col segno dell’ascesa vittoriosa per la via aspra delle esperienze feconde.
Abbiamo così rivisto […] Bartolomeo Paradiso uguale a se stesso per tecnica e per modi di esprimersi […]

tratto e adattato da La Gazzetta del Mezzogiorno del 23/10/1930, Domenico Maselli, p. 3

Necrologi

Si è spento, all’età di 93 anni, il 7 aprile, munito dei conforti religiosi l’artista, pittore e scultore Bartolomeo Paradiso. Ne danno il triste annuncio a tumulazione avvenuta i figli Iolanda, Hero, Alma, la nuora, il genero, i nipoti, i pronipoti.
Bari, 10 aprile 1971

tratto e adattato da La Gazzetta del Mezzogiorno del 10/04/1971, p. 2

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Fonti consultate

Corriere delle Puglie del 08/09/1900, p. 2
Corriere delle Puglie
 del 30/09/1900, p. 2
Don Ferrante, 20/10/1900, p. 3
Corriere delle Puglie del 14/07/1901, p. 2
Corriere delle Puglie
 del 06/11/1901, p. 2
Corriere delle Puglie del 30/12/1907, p. 2
Corriere delle Puglie del 20/01/1908, p. 2
Corriere delle Puglie del 08/03/1908, p. 1
Corriere delle Puglie del 25/04/1908, p. 1
Corriere delle Puglie del 02/07/1911, p. 5
L’idea, 25/12/1916, p. 4
La Gazzetta di Puglia del 20/06/1925, p. 4
La Gazzetta di Puglia del 11/10/1927, p. 2
La Gazzetta di Puglia del 16/10/1927, p. 6
La Gazzetta di Puglia del 13/09/1928, mas, p. 4
La Gazzetta del Mezzogiorno del 23/10/1930, Domenico Maselli, p. 3
La Gazzetta del Mezzogiorno del 10/04/1971, p. 2

3 Risposte a “Bartolomeo Paradiso, l’artista sui quotidiani dell’epoca”

  1. Per alcuni giorni non ho potuto visionare e commentare le tue ricerche su Bartolomeo Paradiso. Ho letto attentamente le tue pubblicazioni in merito. Di Bartolomeo Paradiso ho pubblicato dal 1978 mie ricerche su Partecipare che resta il periodico più documentato su Bartolomeo ( Partecipare ha pubblicato anche un inserto speciale). Bellissimo l’articolo da te rintracciato e sconosciuto a molti del 6 novembre 1901 su “Lutto e miseria” opera di B. Paradiso. Mi puoi rintracciare anche l’articolo del Corriere delle Puglie del 14 luglio 1901 “Un giovane pugliese che si fa onore” ? Mi servirebbe il tuo indirizzo di posta elettronica. Buona giornata.

    1. Ciao Raffaele, grazie per il commento. Provo a rintracciare anche l’articolo da te indicato…

    2. Bene Raffaele, ho trovato l’articolo da te citato, e l’ho aggiunto nel post qui sopra, lo trovi scorrendo in ordine cronologico: parla di quando Bartolomeo Paradiso si è diplomato a Roma!

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